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Il ciclone scommessopoli sta per arricchirsi di nuove pagine. Amir Gegic, lo ‘zingaro’ da molti giocatori additato come mente delle numerose combine, ha deciso di vuotare il sacco. Prima di presentarsi dal pm Di Martino, Gegic ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport.
COSCIENZA DA RIPULIRE – ”Sì, andrò a Cremona da Di Martino. Quando? Molto presto. Dipende dalla Procura: i contatti li gestirà l’avvocato. Oppure farò da solo. Dopo potrò pensare al futuro. Credevo fosse possibile una trattativa con le autorità italiane. Che so: evitare il carcere, ottenere dei domiciliari in cambio di una piena collaborazione. Ora ho capito che dovrò passare dei giorni in una cella. Va bene lo stesso. Voglio raccontare tutto al dottor Di Martino. Non sono un santo, ma neppure quello che raccontate sui giornali”.
QUALE BOSS? – “Non comando nessuna organizzazione. Certo, mi piaceva scommettere e cercavo “informazioni” sulle partite di A e B. I soldi ai giocatori? Non erano mica miei. Ho accompagnato delle persone, facevo da interprete e poi puntavo di tasca mia. Ilievski? Sì, con lui molte volte sono stato in Italia e spesso incontravamo i giocatori per comprare le dritte. Ma non ho mai minacciato nessuno. Non sono il tipo, parla la mia fedina penale. Neppure una rissa o una guida da ubriaco. Niente di niente. E poi se proprio vogliamo dirla tutta, non c’era mica bisogno di spaventare i giocatori…”
GERVASONI AL CENTRO -“Ne ho visti a decine di giocatori, nessuno ci ha mai mandato a quel paese. Tutti ascoltavano ed erano interessati. E quelli che all’inizio ci dicevano “no”, poi cambiavano idea e richiamavano. Gervasoni ogni sera mi contattava via Skype e mi proponeva partite, nomi di calciatori pronti a vendersi. Le scommesse sono una malattia. E in Italia il virus c’è in tutte le squadre, Serie A compresa. Anzi, ancora non avete visto nulla. Il dottor Di Martino è bravo: se continua a indagare arriverà ai pesci grossi”.
SENZA VIA D’USCITA – “I giocatori più guadagnano e più non sanno che cosa fare. E allora puntano. Poi non si fermano. In Italia c’è un terreno fertile: la propensione alle combine è altissima. E’ una questione di mentalità: oggi la vittoria serve a me, domani te la restituisco. Sono cose che vanno avanti da anni e i dirigenti sono in prima fila in questo mercato. Solo che prima non c’erano le scommesse: ogni tanto si sapeva di una gara venduta. Adesso ci sono interessi milionari e i calciatori sono al centro dell’ingranaggio. Accade così anche in altri Paesi, da voi si è scoperto questo traffico perché ha indagato la magistratura”.
A TEMPO DEBITO – “Non vi faccio nomi: è giusto che ne parli al dottor Di Martino. Non ho mai conosciuto Mauri e Milanetto. Lazio-Genoa e Lecce-Lazio combinate? Beh, mi sembra che Di Martino abbia un po’ di prove in mano… Quello che so lo riferirò presto ai magistrati”.
Rnp
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