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‘Oltre il Calcio’: fischi per fiaschi…

29/05/2012 13:58 | A cura di Redazione ReggioNelPallone.it

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Domenica 20 Maggio si è giocata allo stadio Olimpico di Roma la finale di Coppa Italia, contesa quest’anno dalla Juventus e dal Napoli. Per l’ultimo atto della coppa nazionale si è deciso come luogo di svolgimento lo stadio della Capitale, sia per darle un certo risalto sia per fare in modo che si potesse giocare in un campo “neutro”, che non fosse di parte e che potesse essere suddiviso equamente tra le 2 tifoserie.

Tale decisione, che a parer mio è stata piuttosto azzeccata, non ha però lesinato di destare qualche problema, soprattutto dal punto di vista dell’organizzazione logistica circa lo spostamento delle tifoserie notoriamente avverse, temendo potessero presentarsi problemi relativamente alla tutela dell’ordine pubblico. Oggi possiamo affermare che sotto questo punto di vista sia andata piuttosto bene, e finalmente è stato dimostrato che l’ordine pubblico può essere facilmente gestito senza doversi adoperare sempre in cervellotici stratagemmi studiati per vietare, impedire, obbligare.

Nonostante non ci siano stati motivi di tensione tra le 2 tifoserie e lo stadio presentasse un colpo d’occhio d’eccezione, con le 2 tifoserie cariche di entusiasmo e colore, roba che non si vedeva da tempo nei nostri stadi, le polemiche verso i tifosi non sono però mancate. Ad accenderle è stato il Presidente del Senato, Renato Schifani, il quale ha sottolineato come l’evento sportivo sia stato sporcato da un brutto episodio, ovvero i fischi che sono piovuti fragorosi durante l’esecuzione dell’inno d’Italia cantato dalla cantante Arisa “a cappella”, ovvero senza l’ausilio della musica da accompagnamento, un po’ come avviene negli USA.

Considerando innanzitutto che la performance artistica della cantante lucana abbia lasciato un po’ a desiderare…La cosa che lascia sconcertati deriva dalle parole di Schifani secondo cui :”I fischi all’inno di Mameli sono incivili, inaccettabili e mi hanno sconvolto: credevo che in una giornata come questa il Paese potesse dimostrare di unirsi sotto un inno che è sinonimo di solidarietà, e non che si potesse dar luogo a gesti del genere“. Tali affermazioni sono sconcertanti soprattutto se le si mette a confronto con quanto lo stesso Presidente del Senato ha dichiarato qualche anno fa, commentando il tenore della politica della Lega Nord. Infatti secondo Schifani “I toni accesi della Lega fanno parte del loro colore… devo dare atto alla Lega che come partito in Parlamento non ha mai assunto in questi anni e negli anni pregressi iniziative politico-parlamentari finalizzate alla secessione” !

E’ strano come la riprovazione che Schifani ha manifestato verso i tifosi, non l’abbia mai avuta col suo collega Umberto Bossi, il quale in più di un’occasione ha schernito l’Italia e i suoi simboli, dicendo che il Tricolore potrebbe finire nel cesso (su youtube si trova il video ), o quando ha alzato il suo dito medio proprio verso l’inno di Mameli, contestandolo nella parte in cui si cita l’Italia dicendo di essere schiava di Roma…”Mai più schiavi di Roma ladrona” ha tuonato Bossi in quella circostanza ! !

E’ paradossale come una Carica dello Stato possa tollerare il comportamento di alcuni (i leghisti), mentre verso gli altri (i tifosi) ci si indigni, nonostante i comportamenti siano uguali. Considerando sacrosanta la libertà di espressione, anche quando questa possa essere dura e difficile da considerare, si può certamente sostenere come le “rivendicazioni” avanzate dai tifosi napoletani con quei fischi, siano più comprensibili rispetto ai deliri padani.  E soprattutto occorre evidenziare che non si tratta certo di inciviltà come ha sottolineato Schifani, perché se fosse stato così, i fischi sarebbero durati anche durante il minuto di raccoglimento osservato in memoria delle vittime del terremoto in Emilia e quelle dell’attentato alla scuola di Brindisi, minuto che invece si è svolto in un silenzio “assordante”. L’inno di Mameli è stato contestato in quanto simbolo risorgimentale, di un risorgimento che nel meridione e a Napoli in particolare, ha portato solo guai. Questo dato emerge anche dal fatto che una volta cessati i fischi, dalla curva dei supporters azzurri è partito un fragoroso “noi siamo partenopei”!

E’ la solita questione meridionale che è rimasta irrisolta e lo rimarrà chissà per quanto tempo, sperando che qualche politico “illuminato” incominci a capire che l’Italia è stata fatta, ma ciò non è avvenuto per gli italiani, perché il prezzo pagato per tale unificazione è stato doloroso per una parte della popolazione italiana, che non è certamente quella padana. Di sicuro,  finché ci saranno le solite prese di posizione all’insegna di ‘due pesi e due misure‘, il desiderio di vedere un’ Italia omogenea e senza disparità territoriali sarà solo una pura chimera.

Marco Giacomantonio-reggionelpallone.it

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Redazione ReggioNelPallone.it
Testata giornalistica online Aut. Trib. di Reggio Calabria n. 11/2010 Il calcio e lo Sport nella Provincia di Reggio Calabria.

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