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Si conclude senza reti la prosecuzione della gara sospesa lo scorso 6 aprile per pioggia. Al Torino basta la zuccata di Glik, la Reggina non riesce a sfondare il muro granata.
LE FORMAZIONI: Ventura conferma il 4-3-3 previsto alla vigilia. In difesa e a centrocampo nessuna sorpresa, giocano i soliti noti. In attacco il tecnico granata non rinuncia a Bianchi, ai lati dell’ex amaranto Meggiorini e Antenucci. Breda dà fiducia al 4-5-1 di Nocera: asse destro rivoluzionato con Adejo (al rientro dopo tre mesi) e Melara, l’altra modifica è in attacco. Tra i due litiganti Viola e Ceravolo la spunta a sorpresa Campagnacci.
Il Torino non si cura del vantaggio acquisito lo scorso 6 aprile e gioca come se niente fosse. Intensità ma poche emozioni nel primo quarto d’ora, il tridente pesante dei padroni di casa costringe la Reggina a tenere bloccati gli esterni difensivi. La prima occasione è per Bianchi: diagonale mancino per il capitano granata, bravo Belardi a chiudere lo specchio. Il tempo stringe, Breda se ne ricorda: doppia sostituzione al 22′, D’Alessandro e Alessio Viola prendono il posto di Adejo e Rizzo, Reggina che passa al 4-4-2. Pochi minuti e il tecnico amaranto si gioca l’ultima carta: dentro Ceravolo, fuori Marino, 4-3-3 finale per una Reggina che ha poco da perdere. Tempestivo Freddi su Bianchi, il difensore amaranto alla mezz’ora anticipa in modo provvidenziale l’attaccante granata. La Reggina ci prova con una zuccata di Angella, il suo colpo di testa mette qualche brivido a Benussi. Ventura decide di coprirsi: fuori Antenucci, dentro D’Ambrosio, granata che passano al 5-3-2. Negli ultimi minuti il Torino si chiude improvvisamente in un bunker: tutti o quasi davanti a Benussi, impossibile trovare varchi. Alessio Viola riesce a trovare il guizzo su cross basso di Melara ma Darmian lo mura, si spegne a pochi passi da Benussi l’unica vera occasione costruita dalla Reggina.
Breda mantiene fede a quanto detto ieri in conferenza stampa: nessun arrembaggio e tanta pazienza, per rimontare c’è tempo. La clessidra invece condanna gli amaranto, le scelte del tecnico trevigiano si rivelano meno felici rispetto a Nocera. In casa della prima in classifica, di fronte alla miglior difesa del campionato e sotto di una rete, è giusto osare solo negli ultimi venti minuti? Probabilmente no, anche se forse non sarebbe cambiato niente considerati i valori differenti delle due formazioni. Adesso l’ennesima ultima spiaggia: battere l’Albinoleffe per sperare ancora nel sogno play-off.
Pasquale Romano – rnp
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