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Una lunga chiacchierata che ha scandito temi di attualità sportiva amaranto, del progetto che la società vuole portare avanti, e qualche chicca regalata in ultimo dal diretto interessato. Ieri sera Simone Giacchetta, responsabile dell’area tecnica della Reggina, è stato ospite di “Tribuna Amaranto“, trasmissione condotta dal collega Michele Favano sulle frequenze di Telereggio. Questi i passaggi più importanti.
Peccato originale – “Il peccato originale di questa Reggina, forse, è stato che ad inizio anno vi era la sensazione di potersela giocare, per esempio, con il Padova. E questo, da parte di tutti, a cominciare dai calciatori. Chi vuole un contratto migliore, chi ambisce a palcoscenici più importanti, deve mettere impegno e umiltà negli allenamenti e dimostrare di poter meritare quanto detto sopra, sul campo, con prestazioni all’altezza. Quando si inizia una nuova stagione, ci sono sempre la necessità e la voglia di voler migliorare quanto fatto l’anno prima. Non tutti, però, hanno dimostrato ciò: vuoi per l’età, vuoi per l’inesperienza che, alla fine dei conti, non aiuta“.
Questione di risultati – “Gregucci? E’ stato un tecnico molto sfortunato, i risultati non sono arrivati. E’ un grande lavoratore, e questo lo testimonia il fatto che dalle 9 della mattina alla 6 di pomeriggio era al campo di allenamento, a valutare gli evenutali progressi degli uomini a sua disposizione“.
Fattore C…arisma – “Rispetto all’anno scorso, alla Reggina manca soltanto l’esperienza di un compagno che parli allo spogliatoio e che metta il suo carisma in campo. Tolti pochissimi giocatori, e parlo di Rizzato, di Bonazzoli, di Belardi, nessuno è stato in ambienti ambiziosi. Quasi tutti sono giovani che provengono dalla Lega Pro. Per il resto, non vedo differenze con l’anno scorso, considerando che abbiamo anche un punto in più: naturalmente, però, si mettono a confronto due campionati diversi tra loro“.
Senza i gol di Bona – “Dall’inizio dell’anno, sono venuti a mancare i gol di Campagnacci, che si è infortunato, e di Missiroli, che è stato ceduto. Anche Ragusa si è fermato. Ma, in buona sostanza, a questa squadra sono mancati i gol di Bonazzoli. I ragazzi, comunque, possono crescere con un giocatore come Bonazzoli vicino. Il suo nervosismo? Gli manca il gol, sicuramente“.
Massimo dirigente – “Il Presidente è il primo tifoso della squadra, e vi assicuro che farebbe di tutto per riportare la Reggina in Serie A. Ha parlato di salvezza, qualche settimana addietro, solo perché tutti, dagli addetti ai lavori ai mezzi di comunicazione, parlavano insistentemente di play-off in un momento non positivissimo. Diciamo che lo ha fatto per rimettere tutti di nuovo con i piedi per terra, e in quel determinato momento serviva proprio questo” .
Breda 2, il ritorno – “L’impatto di Breda con la squadra è stato assolutamente positivo, e la dimostrazione è stata la vittoria di sabato a Nocera Inferiore. L’esonero e la richiamata? Sono dispiaciuto sia per Breda che per Gregucci. Il calcio è in continua evoluzione, e tutti, dai calciatori ai dirigenti, e ovviamente gli allenatori, sono soggetti a cambiamenti repentini. La Reggina, in fin dei conti, non ha mai avuto una continuità nella guida tecnica, fatta eccezzione per Mazzarri“.
Sarno – “Sarno è stato ceduto in prestito perché non trovava spazio. E’ andato a Lanciano, ma non dimentichiamoci che neanche l’anno scorso ha trovato molto spazio, con Atzori: ha giocato, infatti, solo sette volte. E’ uno di quei classici giocatori di difficile inquadratura tattica, che ti possono far vincere una partita o, al contrario, passare novanta minuti di assoluto anonimato“.
Campagnacci – “Campagnacci è reduce da un infortunio, lentamente si sta riprendendo. Contiamo molto su di lui, come valore aggiunto per questo finale di stagione. Peccato per l’infortunio, che ci ha privati di un giocatore importante che, in quel momento, viveva un buon periodo anche realizzativo“.
Trentenni cercasi? – “Investire su un giocatore di 30 anni non è sicuramente nei canoni della Reggina. Certo è che, però, valorizzare un giocatore di esperienza può far comodo anche in previsione del mercato. In questo senso, ben venga. Emerson ne è un esempio: abbiamo avuto il coraggio di scommettere su un professionista sul quale le altre squadre difficilmente avrebbero investito“.
Costacurta chi? – “L’episodio con Costacurta? Era la partita con il Milan finita 2 a 2. Dopo che Belardi parò il rigore a Ševčenko, andai a esultare praticamente sull’attaccante ucraino. Allora Costacurta mi fa: ‘Da te non me lo aspettavo’. E io: ‘Ma chi ti conosce’…“.
Francesco Mansueto – Reggionelpallone.it
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