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Dopo le poche parole di sabato, ecco l’analisi più approfondita. Angelo Gregucci, esonerato dalla Reggina al termine dell’1-1 col Crotone, ieri sera è intervenuto telefonicamente a ‘Fuorigioco‘, la trasmissione in onda su ReggioTv condotta da Andrea Ripepi (alla quale partecipa come ospite fisso il nostro caporedattore, Lorenzo Vitto).
ESEMPIO PER TUTTI- Se parliamo di Mario Morosini, non parliamo solo di calcio. Era un ragazzo straordinario, un esempio di uomo, uno di quelli che io considero miei allievi prediletti. Quando l’ho allenato, a Vicenza, sapendo della sua vita difficile spesso provavo a dargli una parola di conforto, ma alla fine era lui a ad aiutare gli altri, a lasciare qualcosa in tutti. Non voglio fare retorica, ma le immagini di Pescara parlano chiaro: un ragazzo che cade e si rialza per due volte di fila, rimanendo aggrappato alla vita fino all’ultimo istante, perchè vuole dare una mano ai suoi compagni, vuole lottare ancora. Quando parliamo di calcio la gente deve sapere che non ci sono solo i calciatori che si vendono le partite, ma c’è anche gente come Mario Morosini…
IL DERBY NON C’ENTRA...L’esonero è profondamente ingiusto, ma devo sforzarmi a rispettare la scelta del Presidente, anche se non la condivido. Quando sono arrivato in questa squadra c’erano delle difficoltà che non dipendevano da una o due persone, ma da più circostanze. Mi sono ritrovato subito tanti calciatori che a momenti neanche camminavano, ora c’è solo Adejo da recuperare. Questa è una squadra viva, diciamo che non ha avuto culo. Se devo fare delle valutazioni approfondite, allora diciamo che ci vuole onestà intellettuale: un esonero non può nascere dopo una partita che stavi vincendo in 9 contro 10 al terzo dei quattro minuti di recupero. No, secondo me ci sono ragioni che vanno oltre il campo: diciamo che si potrebbe definire un esonero ideologico, e quindi devo pensare che sarei andato via anche se sabato avessimo battuto il Crotone.
ALL’ATTACCO- Ho cercato di proporre qualcosa, di giocare un certo tipo di calcio: tre mesi, non sono bastati. La vittoria delle mie squadre non deve dipendere dalle sfortune dell’avversario, ma dai miei giocatori che vanno a prendersi il risultato. Questo è un calcio scadente, un prodotto che non tira più, come testimonia il fatto che siamo scesi al 12° posto nel ranking mondiale. Le partite si possono vincere giocando in dieci uomini dietro la linea della palla, ma questo non è il mio calcio. No, non cambio modo di fare, anche se questo è già il mio quarto esonero: Angelo Gregucci non può e non deve cambiare, solo perchè il calcio sta cambiando in peggio.
TEMPI DURI…Se mi sentivo in bilico prima della partita col Crotone? Al giorno d’oggi, al momento di firmare un contratto firmi anche il tuo esonero. Dalla serie A in giù, solo il 15% degli allenatori arrivano a dama. La mia è una categoria che si vende per poco o forse per niente, ma il vero problema sta in chi organizza il calcio.
AUTOCRITICA- Io da calciatore ero un combattente, ed ho cercato di trarre il meglio dai miei calciatori, infondendo loro una mentalità , alzando i toni agonistici. Forse in questo sono stato eccessivo, caricando troppo la squadra, che anche contro il Crotone ha dimostrato troppo nervosismo. Su tale aspetto, è giusto che mi prenda le mie responsabilità .
QUEL GROPPO IN GOLA…Questo esonero mi brucia più degli altri, perchè ho stimato Foti considerandolo uno dei personaggi più capaci, in un calcio dove molti capiscono poco o nulla. Pensavo di lavorare con lui a lungo, di costruire qualcosa. In ogni caso, il vostro catastrofismo non lo capisco: Foti ha scritto pagine importantissime per Reggio Calabria, e ve lo dice uno che in questo momento sta percorrendo l’autostrada Salerno-Reggio per tornare a casa. Il patrimonio della Reggina, che vi piaccia o no, non saranno mai Gregucci, Giacchetta, Nicolas o Alessio Viola… Il mio rapporto con Giacchetta? Un rapporto normale e corretto.
IL GRUPPO–No, non mando messaggi ai miei calciatori, perchè sono rapporti tra uomini che non vanno esternati davanti alle telecamere. Li ringrazio per la disponibilità che mi hanno dato in questi tre mesi, invitandoli a continuare a lavorare per migliorarsi. Quando li chiudevo nel mio spogliatoio, o li radunavo nel cerchio del centrocampo, provavo sempre a raccontargli le mie verità , a trasmettergli ciò in cui credevo e continuerò a credere.
REGGINA,CREDICI- La Reggina deve credere ancora nel sogno playoff. Non dimenticatevi che c’è ancora mezza partita da giocare a Torino, e nel primo tempo avevamo creato 5 palle gol prendendo anche un palo. E non dimentichiamo neanche che abbiamo affrontato il Brescia, che è una squadra superiore, facendo una grande partita in dieci. I ragazzi devono giocare fino in fondo, perchè un filotto di 9 puntui in 3 partite ti può riportare ancora lì, di nuovo in lotta. Sognare fa parte del calcio e della vita, l’ambizione dev’essere dentro ad ogni calciatore.
reggionelpallone.it
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