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Cosi come era nell’aria l’esonero di Breda lo scorso gennaio, allo stesso modo era preventivabile un ritorno del tecnico trevigiano in luogo di Gregucci. In entrambi i casi, il decisionismo della società è arrivato in ritardo: sia Breda che Gregucci infatti, hanno goduto di un ‘bonus’ che non sono riusciti a sfruttare. Ogni cambio di panchina, solitamente, porta in dote la cosiddetta ‘scossa’: un fulgore, quantomeno iniziale, che ridona slancio e inchioda i giocatori alle proprie responsabilità . Con Gregucci tutto ciò non si è visto. Risultati, gioco, classifica: non è un’eresia affermare che è tutto peggiorato tra la prima gestione e la seconda.
Foti e Giacchetta tornano all’antico. Se la prima mossa aveva chiari intenti (dopo un ottimo avvio la Reggina stava perdendo colpi e scivolando fuori dalla zona play-off) questa non può godere degli stessi privilegi. La zuccata di Pettinari in coda al derby della Calabria ha infatti condannato la Reggina a un’altra stagione nel purgatorio della serie B. La quota salvezza è a un passo, i play-off miraggio ormai sfumato. Perché quindi il ritorno di Breda? La scossa, ove ci fosse, servirà solo per mantenere una posizione di classifica dignitosa. La scelta nasconde insidie e rischi, ma non può cancellare le responsabilità . Se Breda è tornato, significa che le colpe (almeno parzialmente) non erano sue, di conseguenza che allontanarlo è stato un errore.
Dubbie le colpe di Breda e Gregucci, certe invece quelle di chi ha costruito la squadra. La stagione 2011-2012 ha visto avvicendarsi in maglia amaranto cinque portieri: Puggioni, Kovacsik, Marino, Zandrini e Belardi. La fila da sportello delle poste non può che aver influito su un ruolo che più di ogni altro richiede sicurezza e continuità . Il mercato di gennaio, ultimo appiglio per sistemare una squadra costruita con poco senno, ha visto partire uno dei migliori giocatori presenti in rosa (Missiroli) in luogo di imberbi giovanotti della Lega Pro. E cosi, mentre le altre contendenti al sesto posto si aggiudicavano Granoche, Plasmati, Piovaccari, Pellè e quant’altro, la Reggina rispondeva al fuoco nemico con Zandrini, Armellino e Melara. Gli innesti di Freddi e Angella, non hanno migliorato la (molle) consistenza del reparto arretrato.
L’interrogativo principale non può che riguardare il futuro. Il ‘Breda-ter’ è temporaneo o si ripartirà da lui anche nella prossima stagione? Almeno in questo caso, la speranza è che la scelta sia ragionata e allo stesso tempo sprigionata il prima possibile. Con la giusta convinzione. Senza farsi trasportare dagli ultimi risultati di una stagione sbagliata, infausta. Naturale, quando l’improvvisazione vince sulla progettazione.
Pa. Rom. – rnp
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