Il calcio italiano, da San Siro all’ultimo campetto sterrato, si è accasciato insieme a lui, devastato da una tragedia che lascia senza parole e obbliga a restare fermi, in silenzio. La vita, troppo breve, di Piermario Morosini ha viaggiato su un doppio binario. Triste la storia familiare: dopo la morte della madre per un male incurabile, e quella del padre per un infarto, era rimasto orfano. Tanto dolore, acuito dal suicidio del fratello disabile. Della famiglia Morosini, oggi, sopravvive soltanto la sorella di Piermario, anch’essa disabile. Il calcio come valvola di sfogo: unico posto, il rettangolo verde, dove poter dimenticare le angosce di una vita che ti prende a bastonate. Nato il 5 luglio del 1986, Piermario doveva al calcio le sue gioie più grandi. Cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta (in nerazzurro ha vinto lo scudetto Allievi), nel 2005 era passato in comproprietà all’Udinese dove a 19 anni giocò la prima stagione da professionista dividendosi tra Primavera e prima squadra e collezionando 5 presenze in Serie A, 3 in Coppa Italia e una in Coppa Uefa.
Seguono due campionati in serie B con Bologna e Vicenza, in mezzo arriva il riscatto dell’Udinese che diventa proprietaria dell’intero cartellino. Nella stagione 2009\2010 Morosini si divide tra Reggina e Padova, con i veneti gioca la seconda parte di stagione collezionando 14 presenze. Negli ultimi due campionati l’Udinese l’ha girato in prestito prima al Vicenza (9 presenze) e poi al Livorno. Il ricordo più bello risale senz’altro al 2009: Morosini colleziona tre presenze con l’Italia Under 21, guidata da Pierluigi Casiraghi, all’Europeo giocatosi in Svezia. Un solo gol in carriera, stagione 2007-2008: segnare del resto non era l’attitudine principale di Morosini, bravo a contrastare il gioco avversario in mezzo al campo. Proprio su un campo di calcio, oggi, Piermario ha cessato di vivere. Qualcuno ha detto: “Forse, in questa tragedia, c’è un aspetto positivo: Morosini riabbraccerà i suoi cari in cielo”. Non c’è nessuna consolazione invece: solo sgomento per una vita che vola via troppo presto, dopo aver sofferto tanto. Il calcio l’unica fonte di sorrisi. Lo stesso mondo del calcio oggi invece piange. E rispettosamente, si ferma a ricordarlo.
Pa.Rom. – rnp
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