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La capolista, analizzata da chi la segue sette giorni su sette. A due giorni da Torino-Reggina, abbiamo ascoltato il pensiero di Valentino Della Casa, redattore degli amici di Toro News (www.toronews.net). Pregi e difetti dei granata alla lente d’ingrandimento, con un pensiero finale sulla Reggina edizione 2011-2012.
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UN GIRONE DOPO- Rispetto all’andata, inutile negarlo, il Toro sta dando qualche garanzia in meno, così come dimostra la media punti, decisamente diminuita. In molti avevano la sensazione che il ritorno in A poteva avvenire di gran carriera, mentre ora tra la tifoseria comincia a serpeggiare un pò di timore, visto che le dirette concorrenti sono vicinissime. I motivi del calo? Sicuramente la cerniera di centrocampo, che fino a qualche mese fa riusciva a fare un filtro perfetto, risultando a tratti impenetrabile. Gente come Basha o come lo stesso Iori, che venerdì non ci sarà in quanto squalificato, hanno avuto una flessione forse fisiologica, ma comunque evidente. Cambiando reparto ma rimanendo sui singoli, negli ultimi 16 metri va registrato anche il calo di Antenucci: per i primi 3-4 mesi ha fornito prestazioni alla Messi, adesso è tornato su normali standard da serie B.
IL GRANDE EX- Bianchi è l’idolo della Curva Maratona, un calciatore al quale puoi perdonare anche i tanti errori sotto porta che ha commesso quest’anno. Nel modulo di Ventura, per un attaccante con le sue caratteristiche è difficile fare tanti gol, ma l’impegno non si discute. Contro il Gubbio abbiamo rivisto il miglior Bianchi, soprattutto nell’occasione del secondo gol che ha realizzato, tipico del suo repertorio.
PUNTO DI FORZA- Senza ombra di dubbio, la difesa è l’arma in più di questo Toro. Se la retroguardia granata è in forma, cosa accaduta molto spesso quest’anno, per gli avversari diventa impresa ardua avvicinarsi alla porta. Gente come Ogbonna, che ormai è nel giro della Nazionale azzurra, in questo campionato fa davvero la differenza: anche lui, nonostante le voci che quest’estate lo volevano con le valigie in mano, è un idolo dei tifosi.
PUNTO DEBOLE- A parte la parentesi col Gubbio, avversario che di certo non può definirsi proibitivo, l’attacco da un pò di tempo ha perso incisività . Oltre al già citato calo di Antenucci, va aggiunto che Meggiorini, arrivato a Gennaio, è un attaccante che si muove molto ma finalizza poco. Per vincere il campionato, lì d’avanti occorre ritrovare più cinismo.
PADOVA-TORO, IL CASO- Il regolamento parla chiaro, per cui ritengo che lo 0-3 a nostro favore sia il risultato più giusto e logico. Se così non fosse stato, si sarebbe creato un precedente pericolosissimo. Il problema è invece rappresentato dai tempi, decisamente troppo lunghi: il Toro si è visto rigettare il primo ricorso per un vizio di forma, presentandone un altro dopo la continuazione della partita, durata peraltro pochissimo. Il Giudice Sportivo a quel punto ha chiesto una perizia per decidere, facendo slittare il tutto di un altro mese e mezzo. Non credo che il ricorso del Padova possa venire accolto, perchè il Tnas in questi casi di è sempre dichiarato incompetente in materia. La cosa che dispiace, è che si siano alterati i rapporti tra due società importanti, che puntano entrambe a tornare in serie A.
LA REGGINA- Sono sincero, non vedo la Reggina come una squadra che può entrare nelle prime sei. Al di là dei punti da recuperare, credo sia un discorso di organico incompleto, pur riconoscendo la qualità di più di un calciatore amaranto. Una bella incompiuta insomma, che ha sbagliato anche nella scelta dei timonieri: sia Breda che Gregucci, a parer mio non sono due allenatori da quartieri alti della classifica. Il progetto societario, del resto, parla chiaro: vendere i pezzi migliori per salvaguardare il bilancio, e poi puntare sui giovani, pescando magari in Lega Pro. La strategia può essere condivisibile o meno, ma è ovvio che poi paghi qualcosa in termini di ambizioni.
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Ferdinando Ielasi-reggionelpallone.it
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