{source}
<object width=”550″ height=”120″ data=”dati/media/adv/banner_frascati.swf” type=”application/x-shockwave-flash”> <param name=”src” value=”dati/media/adv/banner_frascati.swf” /> <param name=”wmode” value=”transparent” /> <param name=”base” value=”/” /> <param name=”name” value=”banner_frascati.swf” /> </object> </p>
{/source}
La sconfitta di Varese ancora galleggia nell’aria di una primavera che indirizzerà, nel bene o nel male, la stagione della Reggina. Fallito un esame, Gregucci riconosce l’importanza del posticipo con il Brescia: toppare anche contro le rondinelle potrebbe significare addio anticipato al sogno play-off. Un attimo prima di iniziare la conferenza, il tecnico amaranto dedica un pensiero alla famiglia di Francesco Mancini, scomparso ieri improvvisamente.
ATTENZIONE, PLEASE – “Dobbiamo migliorare il nostro grado di attenzione, paghiamo a caro prezzo le disattenzioni. Specie contro squadre che in classifica occupano posizioni simili alla nostra, sono i dettagli a fare la differenza. Bisogna dare tutti qualcosa in più, rimango dell’idea che la Reggina può giocarsela alla pari con tutte, la sconfitta di Varese non ha spostato le mie convinzioni”.
NO-LIMITS – “I limiti della squadra? La Reggina, come tutte le altre squadre del campionato cadetto, ha pregi e difetti. L’essenza del mio lavoro è provare a correggere le cose che non vanno, per farlo so di non avere molto tempo a disposizione. Non mi piace parlare di futuro a lunga scadenza, conta solo il presente, a partire dalla gara con il Brescia”.
FUORI DALLA LISTA – “Abbiamo recuperato giocatori come Bonazzoli e Campagnacci, altri non sono ancora pronti. Antonio Marino oggi farà un test con la Primavera, voglio verificare in che condizioni è. Si avvicina il momento decisivo della stagione, ritengo di fondamentale importanza ritrovare tutti gli indisponibili. Per avvicinare la zona play-off ho bisogno del contributo di tutti”.
FATTORE ‘C’ – “Sono infinite le variabili che possono spostare gli equilibri di una partita, in alcune occasioni può bastare anche una botta di culo (testuale, ndr). Al di là dei numeri e dei singoli giocatori, ritengo fattori chiave l’aggressività e la compattezza. Quando la Reggina, vedi a Pescara, ha interpretato la gara nel migliore dei modi, ha sempre fatto risultato. Quella è la squadra che vorrei vedere sempre”.
POPOLO AMARANTO – “Noi rappresentiamo un popolo, la maglia della Reggina ha valori e significati precisi. Voglio che i miei giocatori sentano questa responsabilità, che diano l’anima in campo. Nel calcio si vince e si perde, se affronti un avversario superiore, spesso esci sconfitto. Ma si può perdere e rendere ugualmente orgogliosi i propri tifosi”.
QUESTIONE DI PERCENTUALE – “Quanto incide un allenatore in termini di risultati? Io credo un 20%, il tecnico può indirizzare una squadra, non fare i miracoli. La percentuale si alza sensibilmente se parliamo di atteggiamento e disciplina, in questi casi la squadra rispecchia fedelmente quanto inculcato dall’allenatore”.
PANCHINE A OROLOGERIA – “Il mondo del calcio è frenetico, non si aspetta niente e nessuno. Il Varese giocava bene anche a inizio anno, Carbone non ha trovato i risultati e ha pagato con l’esonero. Stimo profondamente Luis Henrique, non so se a Roma avranno la giusta pazienza. Noi allenatori veniamo dipinti come divinità o imbecilli, la realtà è diversa. Le differenze sono minime, alla fine contano soltanto i risultati: se vinci sei un genio, se perdi vai a casa”.
Pasquale Romano – rnp
Commenti