In tempi di crisi economica fare beneficenza sembra diventare difficile, anche quando è chiamata a farla una tra le classi più privilegiate del nostro paese: quella dei politici.
Succede così che la Nazionale del Parlamento invitata a Catania per presenziare ad un torneo di beneficenza, chieda di essere totalmente spesata per la propria partecipazione. A darne notizia è stato il Corriere della Sera con un articolo datato giorno 7 febbraio. L’articolo in questione è stato ovviamente seguito da parecchie polemiche, alle quali la stessa ‘selezione’ dei Parlamentari ha partecipato cercando di giustificarsi, o se preferite respingendo le critiche rivolte.
Alle accuse mosse ai Parlamentari, sul fatto di essersi recati alle pendici dell’Etna senza spendere un soldo e senza aver contribuito alla raccolta di fondi per l’acquisto di carrozzelle per dei bambini disabili, hanno risposto due Deputati dalle pagine di un noto settimanale. Le loro giustificazioni al riguardo sono state che: “per gli spostamenti di tutto lo staff che li accompagna sono stati spesi circa 2000 euro”, mentre sul rifiuto di raccogliere dei contributi per l’acquisto delle carrozzelle ammettono che “c’è stato un equivoco, che nessuno li ha informati sull’acquisto delle carrozzelle e se l’avessero saputo non avrebbero lesinato ad elargire una somma…”. Tali giustificazioni tuttavia, non sono servite a placare i veleni. Da più parti infatti, è stato fatto notare ai parlamentari che i costi dei biglietti d’aereo non gravano direttamente sulle loro tasche, in quanto verranno rimborsati a “livello istituzionale”. Sull’equivoco della “colletta”, è stato invece chiarito che la richiesta era stata rivolta esplicitamente a Remo De Bellis, che della Camera è commesso.
Il paradosso di tale vicenda deriva dalla circostanza che in tantissimi casi, i tifosi, e ancor di più gli Ultras, (quelli che spesso proprio i politici, considerano come violenti e ignoranti) si sono resi protagonisti di diverse iniziative di solidarietà e beneficenza, da nord a sud, senza che tali notizie abbiano mai avuto eco o risonanza mediatica. Giusto per fare qualche esempio gli Ultras del Bari hanno consegnato circa un anno fa, un assegno da oltre 4mila euro all’Istituto per l’infanzia ‘Madre Arcucci’, in via Celso Ulpiani della loro città, mentre gli Ultras Granata della Salernitana nel 2007 hanno avviato una raccolta fondi per aiutare i bambini di un villaggio in Tannzania. 5.400 gli euro raccolti che sono serviti per costruire un aula di un asilo. Sulla stessa scia gli Ultrà a Cosenza, che qualche mese fa, attraverso il progetto ‘La Terra di Piero’, nato per ricordare un Ultras scomparso, hanno raccolto fondi per la costruzione di un asilo e un pozzo per l’acqua potabile in un villaggio africano.
Per finire con tali esempi, l’iniziativa che merita certamente citazione, è quella promossa dalle tifoserie gemellate di Parma e Sampdoria, che si sono fatte carico per una raccolta di firme da presentare al Ministero degli Interni, al fine di riaprire i settori ospiti ai tifosi non tesserati, chiedendo che i proventi della vendita dei biglietti vengano destinati ad un fondo di solidarietà cui attingere per aiutare chi ne ha piu bisogno (lo spunto originale era l’alluvione che ha colpito la liguria e il messinese).
Al di là delle polemiche e delle incomprensioni, ci sono dati che fanno riflettere. Sia in un senso che nell’altro…
Marco Giacomantonio-reggionelpallone.it
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