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LE FORMAZIONI: Nessuna sorpresa nei due schieramenti iniziali. Gregucci conferma l’undici che ha battuto il Gubbio: Angella e Freddi affiancano Emerson in difesa, Ragusa riproposto esterno destro, Bonazzoli e Campagnacci tandem offensivo. Carboni schiera i suoi con 4-3-3 mascherato: Buscè agisce qualche metro più indietro rispetto a Tavano e Maccarone. In mezzo al campo esordio per il brasiliano Zè Eduardo, proveniente dal Parma.
DEJA’ VU: Pochi minuti e Campagnacci va in rete, si ripete il copione visto con il Gubbio. Stavolta a scappare sulla sinistra è Rizzato: cross dell’esterno smanacciato da Pelagotti, sulla respinta il più lesto è Campagnacci che dopo un primo tentativo con il destro trova di sinistro la via del gol. Partita sbloccata nei primi minuti e quindi vivace, l’Empoli non ci sta e prova con il duo Tavano-Maccarone a rientrare subito nei ranghi. La spinta costante dei toscani costringe la Reggina a difendersi con cinque uomini, per Ragusa nessuna via di fuga nella prima mezz’ora. Un errore di Ficagna al 28′ da il via libera a Bonazzoli, il centravanti amaranto con un tiro dalla lunga distanza trova la potenza ma non la porta. Scema il ritmo nella seconda parte, merito della retroguardia amaranto (Emerson su tutti) che spegne sul nascere ogni velleità avversaria. Carboni vuole dare libertà al tandem d’attacco e decide di passare al 4-4-2 con Buscè esterno destro e Zè Eduardo sul lato opposto. Finisce senza altre emozioni il primo tempo: alla Reggina basta il guizzo di Campagnacci per portarsi davanti al giro di boa, l’Empoli conferma il suo momento complicato.
VOLO E CADUTA : La ripresa inizia con un cambio tra le file dell’Empoli: Dumitru sostituisce Zè Eduardo, adesso il tridente dei toscani è reale. Pochi secondi è la Reggina sfiora il raddoppio: Rizzo (con la porta dell’Empoli orfana di Pelagotti) si trova il pallone giusto pochi metri fuori dall’area, la conclusione però si perde alta. Ancora più ghiotta l’occasione al 3′: il tiro cross di Ragusa non viene deviato in porta da Bonazzoli per una questione di centimetri. Piglio giusto e fame di raddoppio per la squadra amaranto, il secondo gol è una questione di secondi. Ancora un deja-vù della gara con il Gubbio: Ragusa parte sulla destra e una volta entrato in area viene steso da Regini, Ciampi non ha dubbi e assegna il calcio di rigore. Sul dischetto si presenta Nicolas Viola, freddo e preciso nel superare Pelagotti e firmare il 2 a 0. Che è il pomeriggio perfetto lo si capisce al 15′: Campagnacci è costretto a chiedere il cambio per un problema muscolare, Gregucci vista l’ottima prestazione dell’ex Giulianova fa una smorfia e inserisce Ceravolo. Nemmeno il tempo di metabolizzare l’ingresso in campo che il neoentrato chiude la contesa: lancio di Viola, Ficagna si addormenta, Ceravolo è lesto a rubare il tempo al difensore avversario e freddare Pelagotti. L’utima mezz’ora pura accademia? Tavano la pensa diversamente, e con una stoccata di sinistro realizza il 3 a 1 che regala un pò di speranza ai toscani. Carboni decide di giocarsela con Michelidze e Lazzari al posto di Maccarone e Vinci, Gregucci risponde con Alessio Viola per Bonazzoli, poco prima Colombo aveva sostituito un esausto Ragusa. Una partita che sembrava ampiamente chiusa viene riaperta dal 3 a 2 di Dumitru, bravo a finalizzare una pregevole azione corale dei toscani. La paura si impossessa della Reggina, frettolosamente volata con la mente al prossimo turno. I tre centrali amaranto, sulle gambe, non riescono a tenere il passo dei freschi attaccanti avversari. L’occasione del clamoroso 3 a 3, l’ultima della gara, capita sui piedi di Dumitru: Zandrini non si fa sorprendere dal destro al volo della punta rumena.
Finisce 3 a 2, la Reggina porta a casa i tre punti con una sofferenza gratuita e autoinflitta. Dopo una prima ora da applausi, e un 3 a 0 meritato da condurre tranquillamente in porto, gli amaranto si fanno del male da soli ma fortunatamente senza troppe conseguenze. I sorrisi per la seconda vittoria consecutiva vengono smorzati da una caccia al sesto posto che si fa sempre più caotica: Varese, Sampdoria e Brescia, nessuna ha intenzione di mollare l’osso. Per strappare l’ultimo posto che porta ai play-off, bisognerà pedalare. Senza sosta, ne timori.
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Pasquale Romano – rnp
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