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Tecnici contro: Andrea Mandorlini, la scheda

26/11/2011 11:05 | A cura di Redazione ReggioNelPallone.it

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ANDREA MANDORLINI

Nato a Ravenna il 17 Luglio 1960.


Modulo preferito: 4-3-3.


Curiosità: Dopo la vittoria ai play-off contro la Salernitana, ha intonato con i tifosi veronesi una canzone di sfottò contro i meridionali (‘ti amo terrone’), scatenando roventi polemiche. L’episodio, ha fatto scattare  l’inevitabile deferimento da parte della Figc.

La carriera da calciatore- Difensore molto abile nel colpo di testa, cresce nelle giovanili del Ravenna prima di passare a soli 18 anni al Torino, nel 78/79. Con la maglia granata fa il suo esordio in serie A il 4 febbraio 1979,  e ottiene un 5° posto finale. L’anno dopo, sempre all’ombra della Mole, comincia a ritagliarsi uno spazio maggiore, facendo parte più stabilmente del gruppo che sfiora la vittoria della Coppa Italia, persa contro la Roma. . Nell’80/81  viene ceduto in prestito all’Atalanta, in serie B: un campionato fatto di delusioni, con i bergamaschi che sprofodando in C1. Il vero trampolino di lancio arriva nell’81/82, quando si trasferisce ad Ascoli, rimanendo per 3 stagioni sotto la guida di Carletto Mazzone. Nei soprendenti bianconeri di ‘sor Carletto’, capaci di piazzarsi addirittura sesti, una delle sorprese più grandi è proprio il difensore romagnolo, che comincia ad essere attenzionato dai grandi club. Nell’84-85, la svolta si chiama Inter: a Milano, Mandorlini conosce l’apice della sua avventura da calciatore, giocando  ben sette campionati e facendo parte della ‘corazzata’ di Trapattoni, che nell’88/89 si laurea campione d’Italia frantumando record su record. Oltre al tricolore, nel suo palmares il calciatore romagnolo inserirà anche una Supercoppa Italiana ed una Coppa Uefa.


Conclusa la sua grande avventura milanese, nel 91/92 scende di categoria, accettando l’offerta dell’Udinese: mossa saggia, visto che i friulani conquistano subito la risalita nel calcio che conta. Proprio con la squadra bianconera, nel 1992/1993 disputa la sua ultima stagione da calciatore, decidendo di appendere le scarpe al chiodo a 33 anni. In serie A, Mandorlini ha collezionato 332 presenze, realizzando 16 reti grazie alle sue doti acrobatiche. Da segalare anche una presenza in nazionale Under 21, ed una in nazionale olimpica.


Palmares- 1 Scudetto (Inter, 1988/1889); 1 Coppa Uefa (Inter,1990/1991) ; 1 Supercoppa Italiana (Inter,1989/1990) 1 promozione dalla B alla A (Udinese, 1991/1992).


La carriera da allenatore- Chiusa l’avventura da calciatore, si tuffa giovanissimo nella carriera da allenatore. Già l’anno seguente al ritiro, a soli 33 anni, subentra sulla panchina della Manzanese in serie D ma non evita, per due punti, la retrocessione in Eccellenza della squadra friulana. Subito dopo, ricopre per ben 4 anni  il ruolo di vice a Ravenna, laddove rimane fino al ’98. . Dopo aver lavorato al fianco di allenatori prestigiosi, decide che è il momento di tornare a ‘camminare’ da solo, ed accetta di subentrare, a stagione in corso, alla guida della Triestina: con i giuliani, in C2, arriva fino ai playoff promozione, venendo però eliminato dal San Donà.  L’anno dopo (99/2000 prende le redini dello Spezia, sempre in C2: una cavalcata strepitosa, con i liguri che tornano in C1 da dominatori, vincendo il campionato con 15 punti di vantaggio sulla seconda  e si prendono addirittura lo sfizio di travolgere in amichevole il Milan, annientato con un sonoro 4-1. Confermato dallo stesso Spezia, anche in C1 si mette in grande evidenza portando la squadra ligure per due anni consecutivi ai play-off. Sale di categoria nel 2002/2003, allenando il Vicenza in serie B: per i biancorossi un lusinghiero ottavo posto, ottenuto attraverso un calcio piacevole ed efficace. Nel 2003/2004, l’Atalanta punta su di lui per tornare in serie A: missione compiuta, attraverso il quinto posto finale (quell’anno le promozioni erano sei, per consentire nel 2004/2005  l’allargamento a 20 squadre in serie A). In massima serie, non ha molta fortuna. Dopo 14 giornate infatti,  l’Atalanta raccoglie solo 7 punti, e Ruggeri decide di esonerarlo.


Nel gennaio 2006 subentra a Ulivieri sulla panchina del Bologna,  in serie B, dove non riesce a risollevare le sorti di un ambiente demoralizzato e, dopo poche partite, viene a sua volta sostituito dallo stesso Ulivieri. Accetta di scendere in C1 per allenare il Padova nel 2006/2007, ma anche coi biancoscudati le cose vanno male, visto che non  riesce a centrare l’obiettivo play-off. Quarto flop, nel 2007/2008: il Siena gli affida nuovamente una panchina di A, ma  dopo 12 giornate ottiene una sola vittoria e deve lasciare il suo posto a Beretta. La ripresa, nel 2008-2009, annata in cui Mandorlini accetta la ‘sfida Sassuolo’, e con i neopromossi nervoerdi  sorprende tutti con un campionato di alta classifica, chiuso con un onorevole settimo posto. Nell’Estate del 2009, decide di fare un’esperienza all’estero, con destinazione Romania. Alla guida del Cluji, i rsultati sono strepitosi: scudetto, coppa di Romania e Supercoppa. L’anno successivo si porta in Romania una piccola colonia del calcio italiano: De Zerbi, Sforzini e Bielanovic. Stavolta però, i risultati tardano ad arrivare e, dopo soli otto punti  nelle prime sette partite, il presidente Cartu gli da il benservito. Torna a casa nel novembre 2010, quando subentra a Giannini alla guida del Verona, in C1. In terra scaligera, compie una grandissima rimonta, contrassegnata da  otto successi  casalinghi di fila: l’apoteosi arriva ai playoff,  culimati con la vittoria nella doppia finale contro la Salernitana di Roberto Breda. Una sfida infuocata quella con i campani, con Mandorlini che alla vigilia del ritorno accusa pesantemente la gente di Salerno, e proprio nel post gara dell’Arechi viene addirittura alle mani con un giornalista salernitano. Nella stagione in corso,  l’obiettivo minimo è quello di un campionato tranquillo, ma il tecnico gialloblù, diventando un vero e proprio idolo per i veronesi, in estate ha detto che l’Hellas deve provare a lottare con le grandi:  le ultime cinque vittorie consecutive, fanno sognare ad occhi aperti Verona.


Palmares-1 scudetto in Romania ( Cluj,2009/2010); 1 Coppa di Romania (Cluj, 2009/2010),1 Supercoppa di Romania ( Cluj, 2010), 1 promozione dalla B alla A ( Atalanta, 2003/2004), 1 promozione dalla Lega Pro alla B (Verona, 2010/2011); 1 promozione dalla C2 alla C1 (Spezia, 1999/2000).


Precedenti con la Reggina- Ha  incontrato 2 volte  la squadra amaranto, sempre in serie A. Il bilancio è di 1 sconfitta (Atalanta-Reggina 0-1 del 28/10/2004) ed 1 pareggio (Siena-Reggina 0-0 del 28/10/2007).

Domenico Quattrone Reggionelpallone.it

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Redazione ReggioNelPallone.it
Testata giornalistica online Aut. Trib. di Reggio Calabria n. 11/2010 Il calcio e lo Sport nella Provincia di Reggio Calabria.

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