Sono simili, non si pestano i piedi, si integrano, hanno lo stesso fisico, non sono uomini d’area, ma riescono ad aprire le difese con i loro guizzi e la velocità. Insomma, una serie di considerazioni che, dopo la partita di Gubbio, lasciano il tempo che trovano. Ringhiano e graffiano i gemelli del gol, al secolo Alessio Campagnacci e Fabio Ceravolo. Il Gubbio ne sa qualcosa. Zampate feline che nella fattispecie hanno lasciato il segno: tre gol non sono una bazzecola, e metterli a segno è indice di bravura, personalità, fiuto. Roberto Breda può essere soddisfatto, anzi è raggiante perché possiede le punte che riescono a sposare il suo gioco con tre uomini offensivi, in mancanza dell’ariete Bonazzoli. Quando si riesce a finalizzare e concretizzare il lavoro della squadra, vincendo in rimonta dopo aver sciupato parecchio, a il cerchio si chiude subito, senza lasciare adito a sterili polemiche.
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E’ pure vero che il Gubbio non rappresentava un ostacolo insormontabile, quindi evitiamo di accompagnare il successo con squilli di tromba. Tutto nella regola e nessuna impresa titanica. Tutti in società sono stracontenti per i due bomber e felici per i 3 punti. Bisogna avere fiducia nel lavoro e anche nelle capacità della squadra, pur se la difesa ancora una volta non è riuscita a rimanere imbattuta. Una Reggina che deve ottenere alcuni obiettivi importanti non può prescindere da una retroguardia rocciosa e da elementi che in zona gol si facciano rispettare. E Campagnacci e Ceravolo sono due ragazzi che vanno al sodo e che interpretano il loro ruolo con bravura e concretezza. E sabato c’è stata la riprova. Tre gol importanti e frutto della loro caparbietà e decisione I nuovi gemelli sanno quel che fanno, e continuano a smentire le voci che li vogliono incompatibili. Certamente sarà un bel problema per Breda, il sabato, lasciare uno fuori tra Campagnacci, Bonazzoli o Ceravolo. Però per scardinare le difese a volte non basta la velocità, perché ci vogliono i panzer: quelli che possiedono forza d’urto, peso e centimetri. E la Reggina per fortuna si può godere e tenere stretto il suo “carro armato”, anche se in questo scorcio di campionato è perseguitato dalla sfortuna.
Lorenzo Vitto-reggionelpallone.it
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