Quando sei piccolo e hai un pallone tra i piedi, c’è
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un solo pensiero che ti ronza in testa: quello di far gol, per poi esultare con un classico aereoplanino, con un pugno verso l’alto o chissà in quale altra man iera. Questa era la storia di papà Tommaso che negli anni 80-90 calcava i campi di serie A nel Lecce di Fascetti, e di altri ragazzini che vedevano la figura dell’attaccante come l’unico ruolo disponibile. Per quasi tutti era cosi tranne per lui, tranne per Vittorio Lo Gatto, figlio d’arte che ha deciso di ribattere con i guantoni quei pensieri,  facendoli diventare i suoi: eh già , perchè anche un portiere ha il diritto di esultare per ogni suo intervento, specie quando risulta decisivo al pari di un gol.
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Vittorio, come mai non hai seguito le orme di tuo padre, scegliendo di diventare un portiere?
Quando ero piccolo io e tutti i miei amici ci riunivamo in una piazza per giocare. Un giorno un mio amico, che faceva il portiere, non c’era, ed allora pensai di giocare io al suo posto. Pian piano capii che quello del portiere era il ruolo adatto a me.
Non hai ancora compiuto 15 anni eppure sei già superiore al metro ed ottanta di altezza: insomma, oltre al talento c’è anche il fisico…
Spero di poter crescere ancora come statura, anche perchè per un portiere l’altezza è importante, nonostante ci sia qualche eccezione.
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Quest’anno hai fatto un figurone nei giovanissimi regionali,  meritandoti anche diverse convocazioni tra gli Allievi. Qual’è il tuo punto di forza?
Dal punto di vista calcistico credo di saper ben gestire l’area di porta, facilitando il compito dei miei compagni. Non penso di essere ancora arrivato a grandi livelli, ma continuando ad allenarmi con grande costanza potrei riuscire a
diventare un portiere con ottime qualità .
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Attualmente fai parte della Juventina Siderno, il prossimo anno pensi di continuare con il loro progetto oppure c’è la possiblità di cambiare maglia?
Sicuramente mi sono trovato più che bene a giocare nella squadra della Juventina Siderno,ma per alcune ragioni che non sto qui ad elencarti preferirei cambiare maglia e proseguire il mio cammino futuro altrove.
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Un’ annata un po sfortunata ma che vi ha visto però trionfare nei playout contro la Fossa dei Leoni…
Si, è stata una stagione molto sfortunata, che ci ha impedito di esprimere al meglio le nostre potenzialità . Comunque sia, credo che tutti abbiamo dato il massimo, dimostrandoci un buon gruppo.
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Hai già detto che il tuo futuro è lontano da Siderno. Cosa speri di trovare per il futuro?
Una società che riesca a migliorarmi e a far emergere le mie capacità in questo delicatissimo ruolo, un ruolo che un domani spero di recitare in palcoscenici importanti. D’altronde, credo che questo sia il sogno di tutti i ragazzi della mia età .
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Sei stato anche convocato per la rappresentativa, che ricordo hai di quell’esperienza?
Non avendo avuto altre esperienze simili a livello calcistico,  devo ammettere che è stata un’esperienza alquanto importante, perché mi ha aiutato a crescere e rispettare i ragazzi che come me erano stati convocati, con i quali non avevo mai
avuto l’opportunità di giocare fino a quel giorno.
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C’è un portiere a cui ti ispiri?
Mi piace tantissimo Doni, della Roma. Sono rimasto sempre molto colpito, sia dal suo stile di gioco che dal suo atteggiamento.
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Chissà se Vittorio arriverà mai al livello di Doni. Di sicuro, nessuno gli potrà mai togliere il desiderio di provare a raggiungere il suo sogno…
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Vincenzo Morabito-reggionelpallone.it
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