Quando inizi a dare dei calci ad un pallone, il tuo pensiero è soltanto uno: indossare la maglia della squadraÂ
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per la quale sin da piccolo hai fatto il tifo. Un sogno non devi mica comprarlo, devi solo esprimerlo e coccolarlo, aspettando che prima o poi si avveri. Luca Belcastro,  è la conferma che tutto ciò può accadere: il giovanissimo trequartista, ci racconta il suo momento magico con la maglia della Juventus.
All’età di 14 anni hai lasciato Siderno, per raggiungere Torino: quant’è stato difficile cimentarti in questa avventura, considerando che eri ancora un adolescente?
Cambiare vita non è stato facile, però allo stesso tempo sapevo che non potevo rinunciare ad un’occasione del genere. Avere i parenti a Torino, mi ha aiutato molto nell’ambientamento: mi sono stati sempre vicino, e una volta che ho superato i problemi iniziali sono tornato ad essere il ragazzo di sempre.
Hai mosso i primi passi nella scuola calcio Cspr94′ di Stignano, qual’è il ricordo più bello che ti sei portato con te in questi anni?
Ci sono diversi ricordi e tante persone importanti nella scuola calcio. Un ricordo che nn potrò mai dimenticare è stato il premio di miglior giocatore ricevuto in un torneo internazionale a Mondovì, dove erano presenti le squadre che poi in seguito avevano fatto delle richieste per il mio trasferimento. Naturalmente ci sono altri ricordi nei 7 anni trascorsi al CSPR, ma sarebbero davvero troppi per elencarli…
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Per portarti all’ombra della Mole, la Juventus ha battuto  la concorrenza di Reggina, Inter e Genoa. Appena ti hanno riferito che eri ufficialmente un giocatore della “Vecchia Signora”, qual’è stato il tuo primo pensiero?
Se non sbaglio la notizia mi venne data dal direttore Pietro Pucci, prima di una partita contro il Monasterace.  Inizialmente rimasi incredulo,  poi a casa con la famiglia ne abbiamo parlato del trasferimento a Torino, nella mia squadra del cuore: non ci fu un pensiero vero e proprio, ma tanta confusione E’ dovuto passare prima qualche mese, per rendermi conto veramente di dov’ero finito!
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Qual’è il giocatore che hai preso come modello?
Senza dubbio Iniesta: qualche compagno di squadra mi chiama proprio cosi, per la somiglianza fisica e per le giocate in campo. Non sarebbe male prendere il suo posto ( ride, ndr ).
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Sei un trequartista con il vizietto del gol, c’è qualche tua rete che  ricordi in modo particolare?
Ci sono diverse reti che ricordo particolarmente. Come importanza,  probabilmente c’è quella col Sassuolo ai quarti di finale del torneo di Viareggio, che ha permesso di portare la squadra in semifinale, nel torneo che poi abbiamo vinto, Indimenticabili, anche i due gol in semifinale di campionato contro l’Atalanta che hanno permesso alla squadra di giocarsi la finale per lo scudetto Beretti. Al primo posto, ci metto invece  un gol che feci al Modena in campionato, perchè ricorda un pò i grandi gol alla Del Piero.
Cosa significa, Â per un ragazzo che ha appena compiuto 20 anni, allenarsi accanto a gente come Del Piero, Buffon e Chiellini?
Allenarsi accanto ai grandi campioni fa sempre tanto effetto, soprattutto le prime volte: dopo, inizi ad abituarti e pensi solo a fare bene e ad impegnarti al massimo. Naturalmente i grandi campioni ti sono d’aiuto,  perche ti parlano e
ti fanno capire come certe cose vanno fatte: con queste “lezioni, indubbiamente si cresce molto.
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Dopo le brillanti stagioni nella primavera, pensi di essere pronto a giocare con continuità in serie A?
Sicuramente, penso di essere pronto per giocare nel cosiddetto calcio che conta.
Il presente è bianconero, il futuro invece??
Adesso penso solo a fare bene nelle finali primavera per lo scudetto, dopo si penserà al futuro.
Luca parla gia da veterano, eppure la sua carriera deve ancora iniziare…
Vincenzo Morabito – reggionelpallone.it
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