Penultimo capitolo di un romanzo comunque affascinante. D’accordo, quella con l’Ascoli non sarà certamente una partita da tramandare ai posteri né per il risultato né tanto meno per la prestazione degli amaranto, i quali, a scanso di equivoci, possono vantare diverse attenuanti. Al di là dei discorsi di cieca natura personale, infatti, non si possono non pesare i diversi approcci alla gara tenuti dalle due squadre alla vigilia della sfida. Da un lato, l’Ascoli si giocava le ultime “fiches” per restare al tavolo della salvezza, dall’altro la Reggina aveva una percentuale altissima per ipotecare il su primo obiettivo. L’equazione agonistica si è risolta in un confronto chiaramente equilibrato, con una compagine ad attaccare senza idee per non fare male e l’altra che si è limitata più a gestire che a ferire. Da parte sua, con il punto incamerato, la Reggina continua l’avventura, resta in piedi e si appresta a concludere la fase regolare di questo campionato entusiasmante, seguendo le orme delle brillanti prestazioni offerte soprattutto in trasferta.
Adesso comincia il bello. Domenica ultima passerella sulla via Emilia a rendere visita a un Sassuolo quasi salvo, e poi 4 giorni per preparare la gara con il Varese (all’80%) o con il Novara. Raggiunti i playoff si riparte tutti da zero, a meno che il Torino, spodestando il Padova, non venga successivamente “unto dal Signore”. Adesso bisogna lavorare intensamente per non perdere la concentrazione. L’ultimo atto al “Braglia” sarà considerato come l’ultima tappa del giro d’Italia. La classica divisione dei punti, a 90’ al termine, era nelle previsioni e appare anche adesso una logica conclusione. Salvo qualche “affare personale”, come quello dell’Atalanta che voleva spedire Mondonico e la sua truppa in Prima Divisione. In fin dei conti proprio questo punto si è dimostrato determinante, per continuare a vivere intensamente la fase più ricca e suggestiva, che potrebbe mandarti al Paradiso o farti annegare nell’immenso mare del rammarico e della delusione. Perché alla fine sarà così. Capitolo “panchina”.
Atzori ha lavorato e sta lavorando benissimo, su un parco di calciatori che non è l’optimum per qualsiasi tecnico. Lui, il “ciociaro”, ha davvero saputo fare di necessità virtù. Ha commesso quelle ingenuità, perché la mancanza di esperienza, unita ad alcuni deficit di qualità da parte di qualche elemento , al momento “opportuno” si sono fatte avanti con “prepotenza”. Comunque di questi e altri problemi si parlerà a campionato, incrociando le dita, felicemente concluso, con il pass più importante. Foti sa quel che fa, Atzori altrettanto. Ma è bene che al più presto si facciano i conti e si deduca dagli stessi quel che si deve fare per tranquillizzare non solo se stessi, ma quelle migliaia di appassionati che pur allontanandosi dagli spalti per una serie di concause, hanno sempre la Reggina nel cuore e per questo chiedono chiarezza senza essere abbindolati.
Lorenzo Vitto-Reggionelpallone.it
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