Nella vita, in genere, certe cose si sanno meglio di altre. Le note e lo spirito di “Una vita da mediano” le bazzica da vicino Daniele Di Donato, capitano dell’Ascoli che “lì nel mezzo…” c’è da di più di dieci anni, senza battere ciglio. In questa stagione però la sofferenza è vista da più vicino. Da capitano dei marchigiani e ancora più difficile scendere in campo, lottare contro l’avversario, guidare una squadra che poi vedrà più volte vanificarsi quanto fatto nel rettangolo di gioco. L’Ascoli a due giornate dalla fine è ancora in lotta per la salvezza, Di Donato è sempre lì nel mezzo. Un condottiero indifferente alla tempesta:
L’ultima giornata è successo qualcosa di incredibile: tre reti al Siena nei venti minuti finali e partita clamorosamente ribaltata. Come è stato possibile?
“Per noi era una partita che valeva un’intera stagione, avevamo l’obbligo di crederci fino alla fine. La rimonta è avvenuta per meriti nostri ma con onestà devo dire anche per demeriti loro. Evidentemente non avendo stimoli e obiettivi hanno calato l’attenzione, e noi siamo stati bravi a sfruttare il loro black-out”.
Castori nei giorni scorsi ha parlato di lacrime nello spogliatoio.
“Vero, a fine partita qualcuno si è lasciato andare, sinonimo del grande sforzo mentale e fisico che abbiamo dovuto fare per capovolgere la partita. Poi non bisogna dimenticare che in mezzo a gente esperta la nostra squadra è composta anche da tanti giovani”.
La classifica rimane difficile, si deciderà tutto in questi ultimi 180’.
“La situazione non è delle migliori ma lo sapevamo da tempo. La nostra classifica peraltro è migliorata rispetto a qualche mese fa, quindi se ci credevamo prima lo facciamo adesso a maggior ragione. Siamo consapevoli che non è facile, ci sono tante squadre in pochi punti, ma siamo fiduciosi dei nostri mezzi”.
Impossibile non fare riferimento alla pesante penalizzazione, senza la quale avreste ben altra classifica. Quanto vi pesa nella testa quel macigno?
“Non è una semplice giocare e avere la mente sgombra da quello che succede fuori, bisogna ammetterlo. Fare bene in campo e poi vedersi il giovedì (giorno in cui spesso arrivano le decisioni della corte federale, ndr)” annullato quanto fatto rischia di tagliarti le gambe. La nostra forza è stata quella di non farci abbattere, di capovolgere la situazione a nostro vantaggio”.
Quanto c’è di Castori in tutto questo?
“Tantissimo. Il mister è stato bravo a farci credere che potevamo farcela, e che dovevamo cancellare dalla nostra testa la penalizzazione. Quando è arrivato lui eravamo “cotti” (testuale, ndr) la sua bravura è stata quella di ricaricare l’ambiente e farci ripartire. Sa lavorare bene sia sotto il profilo mentale che quello tecnico-tattico. Ha tirato fuori il meglio da ognuno di noi”.
E’ quindi sfumato il rimpianto per una posizione di classifica che senza quei sette punti vi vedrebbe in zona play-off ?
“Non possiamo fare altrimenti, rischieremmo di farci distrarre da cose inutili. A gennaio nel chiuso dello spogliatoio ci siamo guardati in faccia e abbiamo deciso di voltare pagina, lasciandoci alle spalle quanto succedeva fuori dal rettangolo di gioco. Con la mente sgombra e una situazione più tranquilla avremmo sicuramente una classifica migliore, ma ormai non ci pensiamo più”.
Passando al prossimo avversario, sabato affrontate una Reggina in salute, reduce da un doppio successo esterno e a un passo dai play-off. Ti aspettavi un campionato cosi da parte degli amaranto?
“Loro sono un’ottima squadra, come noi costruita con un mix di giovani e gente esperta. Si sono meritati la classifica che hanno grazie a un campionato sopra le righe. Dovremo fare parecchia attenzione anche perché non potranno fare sconti”.
Quali sono secondo te i punti di forza della Reggina?
“Credo il segreto sia l’asse centrale, di assoluta esperienza e qualità. Gente come Puggioni, Tedesco e Bonazzoli sono un lusso per la B, fanno la differenza. Poi c’è anche qualche giovane interessante , in particolare apprezzo Nicolas Viola”.
All’andata però avete vinceste voi. Pronti a ripetervi?
“Quella è stata una partita strana, dai due volti. Nel primo tempo hanno giocato meglio loro, poi noi nella ripresa abbiamo cambiato e siamo riusciti a ribaltare la partita”.
Nella tua esperienza a Palermo hai incrociato Atzori, attuale tecnico della Reggina. Ricordi dell’epoca e impressioni attuali sull’ex compagno?
“Si notava da un miglio la sua volontà di allenare, era attento a tutte le dinamiche tecnico tattiche, un vero allenatore in campo. Devo fargli i complimenti, è giovane e sta facendo davvero bene”.
Ultima domanda sul tuo futuro: resterai ad Ascoli?
“Io mi trovo benissimo qui, sto ad Ascoli oramai da tanti anni. Ho altri due anni di contratto, sarei felice di rimanere, spero fortemente di raggiungere la salvezza”.
Pasquale Romano – rnp
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