Trentotto gol in due anni, una promozione in serie B e un rapporto con i tifosi semplicemente stupendo. Alfredo Aglietti, indimenticabile bomber amaranto dal ’94 al ’96, sabato si siederà per la prima volta sulla panchina del Granillo da avversario: il suo Empoli finora, ha stupito tutti al pari della Reggina, e lui, dopo gli exploit con il Viareggio e l’ottima stagione con la Sampdoria Primavera, si sta confermando un ottimo allenatore. Reggionelpallone.it, non poteva assolutamente perdere l’occasione di intervistare uno dei “pezzi di storia” del calcio reggino…
Lo scorso anno, vicino alla vittoria del campionato Primavera con la Sampdoria…
“E’ stata un’esperienza bellissima e positiva. Un ottimo campionato disputato giungendo fino alla semifinale, poi persa con il Genoa. In estate la chiamata dell’Empoli”.
I ricordi in amaranto?
“A Reggio Calabria mi portò il direttore sportivo Gabriele Martino, il quale prima mi fece seguire e poi trovò l’accordo economico con il Pontedera, la mia ex squadra. Non posso mai dimenticare le due stagioni sullo Stretto: un ambiente unico per i calciator, con una tifoseria che era davvero l’arma in più. Il vecchio Comunale, era uno stadio dove chiunque tremava”.
Finora ci ha parlato dei tifosi, della squadra e di Gabriele Martino. E Foti?
“Foti è la Reggina. Si tratta di uno dei presidenti più longevi dell’intero panorama calcistico italiano, il quale conosce tutto e tutti e sa come muoversi. Reggio per me è stata il trampolino di lancio come calciatore, un’ esperienza bellissima, dove la gente mi ha voluto bene”.
Due stagioni indimenticabili.
“Un campionato di C1 vinto al mio esordio, dove mi aggiudicai pure i il titolo di capocannoniere con 20 reti e l’anno dopo (1995-96, ndr) 18 gol e una salvezza soffertissima, per questo ancora più bella. Da quella permanenza nella categoria, decollarono i successi della Reggina, che poi tagliò il traguardo della massima serie”.
Dopo i 18 gol segnati nel suo primo campionato cadetto, arrivò il giusto premio: trasferimento al Napoli, e dunque serie A…
“Confesso che mi dispiacque tantissimo lasciare la Reggina, perché vedevo una squadra che cresceva ed io ero l’idolo della tifoseria. Fui ceduto al Napoli, una una piazza importante, ma il cuore lo lasciai a Reggio Calabria. Fu una trattativa importante per le casse della società: un plauso va fatto a tutta la dirigenza e al direttore sportivo dell’epoca, Martino, il quale in questo momento con la Reggina mi sembra che viva un amore-odio. Non conosco i motivi per i quali è finito il rapporto con Foti, però Martino rimane sempre un grande dirigente, che ha fatto tanto per i colori amaranto. Tornando a me, ricordo che fui accolto bene anche le poche volte in cui tornai in riva allo Stretto da avversario. Addirittura, la gente mi ha applaudito ed incitato anche quando feci due gol alla Reggina, indossando la maglia del Verona”.
Reggina-Empoli, vista da Aglietti.
“Si affronteranno due formazioni veloci, frizzanti che praticano un buon calcio e che meritano le posizioni che occupano. Sabato sarà una battaglia”.
La sua squadra è l’unica imbattuta del torneo. Come si presenterà all’appuntamento?
“Siamo partiti per una salvezza tranquilla e insieme alla Reggina ci troviamo in piena zona playoff, mentre altre squadre come Torino e Sassuolo, costruire per il salto di categoria, stanno facendo fatica. Questo ci devo indurre a tenere un profilo basso. perché il torneo è ancora lunghissimo”.
Il giocatore che toglierebbe ad Atzori?
“Missiroli, un calciatore che a me piace tantissimo”.
Chi, invece, dovrà temere la Reggina?
“Mchedlidze, che sta attraversando un buon momento di forma, Coralli e Fabbrini”.
Lorenzo Vitto-Reggionelpallone.it
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