Montepulciano- Per il consueto incontro con la stampa, oggi è stato il turno del giovane Dani Verruschi, classe 1991.
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Dalla primavera al salto in prima squadra, cosa si prova?
Tanta emozione, non mi aspettavo di essere convocato per questo ritiro con la prima squadra. Evidentemente mi è stata data questa opportunità grazie al buon campionato disputato l’anno scorso con Breda nella primavera.
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Quale è stato il percorso che ti ha portato alla Reggina?
Ho fatto tutta la trafila nel settore giovanile del Giulianova, prima di arrivare l’anno scorso nella primavera della reggina.
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Sei uno dei tanti giovani che dal Sant’Agata approda in prima squadra, non siete mai stati così numerosi, come mai secondo te?
Per me questo è il secondo anno alla Reggina, ho visto come il pubblico di Reggio vive questa squadra, ed è una cosa incredibile. Dopo un annata come quella dell’anno scorso, credo sia normale puntare sulla voglia di fare, sull’agonismo che noi giovani possiamo dare.
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Quali sono le tue caratteristiche?
A Giulianova ho fatto soprattutto il terzino sinistro, nella difesa a 4 mentre l’anno scorso nella primavera ho giocato centrale sinistro nella difesa a 3. Atzori sin dai primi giorni di ritiro mi ha chiesto dove mi sento più a mio agio, e giocando con il 3-5-2 credo di poter essere più utile come centrale, visto che l’esterno deve avere una notevole spinta offensiva.
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Qual è il tuo giudizio su Atzori?
Sicuramente positivo. Il mister è disponibile e aperto al confronto, dimostra di credere in noi giovani, aiutandoci spesso con i suoi consigli. Da ex-difensore poi, i suoi accorgimenti tattici sono sempre importanti e utili da seguire.
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Se la società decidesse di mandarti altrove per farti le ossa, saresti d’accordo?
Penso che un anno di esperienza in lega-pro possa essermi utile per il futuro. Due anni fa ho avuto una pubalgia che mi ha tenuto fuori a lungo, e quindi piuttosto che stare un altro anno ai margini, un campionato titolare altrove potrebbe essere la soluzione giusta per crescere. Per noi giovani giocare con continuità è la cosa più importante.
dal nostro inviato Pasquale Romano
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