Un omaggio a chi resta sempre lì, immortale, scolpito nella memoria non solo del popolo amaranto, ma di una intera città . Il Primo Premio Sportivo Oreste Granillo, ideato dal collega Maurizio Insardà , ha regalato emozioni autentiche, consegnandosi agli archivi sotto la voce “grandi successi”. Ospiti di caratura nazionale ed internazionale, attori protagonisti del calcio di oggi e di ieri. Tra testimonianze dirette ed applausi scroscianti, un palco ed una platea versione “grandi firme” hanno ricordato lo storico Presidente della Reggina anni ’60 e 70′, capace, tra i tantissimi meriti a lui ascrivibili, di portare per la prima volta la serie B nella città dello Stretto.
La kermesse, condotta dalla giornalista Marica Giannini, ha visto la partecipazione di tanti ex calciatori amaranto: Campagna, D’Astoli, Toschi, Paleologo, Santonico, i fratelli Sorace e Franco Causio, con quest’ultimo passato alla storica calcistica per essersi laureato campione del Mondo con la nazionale azzurra, nel 1982. Insieme a loro Carlo Regalia, che della Reggina fu allenatore dal 1974 al 1976. Sul palco anche due assoluti “big” del giornalismo sportivo italiano, ovvero Italo Cucci ed Alfredo Pedullà . Ospite d’eccezione, il Vicepresidente Uefa Michele Uva. Come detto prima, autorevoli presenze anche nella nutritissima platea, tra le quali il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà , Gabriele Martino, Franco Iacopino, l’attuale Presidente della Reggina Mimmo Praticò, l’ex Presidente della Lnd Antonio Cosentino ed il Presidente del Cr Calabria Saverio Mirarchi. Da segnalare inoltre, l’arrivo dell’ex Presidente amaranto Lillo Foti, il quale ha salutato alcuni ospiti prima di lasciare il palazzo Corrado Alvaro, teatro della manifestazione.
Tra i ricordi più toccanti di Granillo, quelli griffati Cucci e Pedullà . <Oreste Granillo mi fa pensare di aver vissuto in un calcio così per bene, che a molte di quelle persone hanno dedicato gli stadi…>, ha dichiarato Cucci, mentre Pedullà ha incentrato il suo contributo sul rapporto padre-figlio, ricordando anche il padre Saverio, altra firma straordinaria del giornalismo sportivo. <Ricordo quando da piccolo seguivo mio padre, e lui indicandomi Granillo mi diceva che tra di loro potevano anche esserci a volte opinioni diverse, ma la stima ed il rispetto che lo legavano a quel personaggio straordinario erano più forti di tutto>.
A caratterizzare la serata, un lungo dibattito sull’attuale situazione del calcio italiano: dalla necessità di riformare il sistema dopo la clamorosa eliminazione dal Mondiale all’utilizzo dei giovani, fino alla disamina sul Var, grande novità del massimo campionato. A proposito di Var, Italo Cucci ha raccontato un aneddoto davvero suggestivo, riguardante Aldo Biscardi: <Ironia della sorte, l’introduzione del Var è coincisa per Aldo con l’arrivo di “sorella morte”. I giornalisti lo hanno ricordato come colui il quale voleva la moviola in campo, ma la verità , così come gli ricordavo costantemente, è che uno strumento del genere sarebbe stato deleterio persino per il suo storico programma, “il Processo del Lunedì”. Insomma, faceva parte del gioco: lui andava a favore ed io contro la moviola in campo, ma la verità è che entrambi non l’avremmo voluta…>. In merito alla crisi del calcio, Michele Uva ha auspicato <un movimento che faccia della sinergia e delle idee le proprie caratteristiche principali, guardando al futuro con coraggio>, rimarcando la <grande emozione che una serata come questa può regalare anche ad uno come me, che generalmente cerca sempre di essere freddo e distaccato>.
Tra i riconoscimenti, da registrare anche quelli consegnati ad Arnaldo Cambareri e Gianni Citra, decani del giornalismo sportivo reggino.
Un “viaggio della memoria” intenso, in una serata del genere l’emozione più grande non poteva che essere regalata dall’adorata figlia di Granillo, Maria Stella. <Ringrazio tutti voi e vi abbraccio tutti quanti idealmente, sono davvero felice di questa serata. Papà ha amato questa città con tutto il suo cuore…>.
Cala il sipario. Tra gli applausi. Mentre la storia manda un caldo abbraccio a chi l’ha scritta, meritandosi un posto in prima fila nella ristretta cerchia dell’eternità . Perché è proprio vero che “certe luci non puoi spegnerle”…
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