Stile, signorilità e nessuna voglia di buttare benzina sul fuoco. All’insegna di queste importanti prerogative, mister Antonello Faraone ha contattato ReggioNelPallone.it, per chiarire le motivazioni che lo hanno spinto a dimettersi dal Gallico Catona, unitamente al suo staff.
<Come prima cosa- esordisce Faraone-, vorrei ringraziare il Comprensorio per l’opportunità concessami. Il percorso è durato pochissimo, ma grazie a questa società ho potuto debuttare in Eccellenza ed arricchire ulteriormente il mio bagaglio di esperienze. Pensando a questa parentesi professionale, mi viene in mente una frase a me molto cara, detta da Gabriel Garcia Marquez (celebre scrittore premiato nel 1982 con il Nobel per la letteratura, ndr): non piangere perché qualcosa finisce, sorridi perché è accaduta>.
Dopo i ringraziamenti, la motivazione che si cela dietro l’addio ai colori rossazzurri. <Sin dal giorno in cui sono arrivato al Lo Presti- prosegue il tecnico-, ho colto nei miei confronti una evidente mancanza di serenità . Un clima teso, nervoso, una situazione che ha impedito sia a me che al mio staff di lavorare nelle migliori condizioni, fino a diventare assolutamente insostenibile. La decisione presa è stata senz’altro sofferta, ma al tempo stesso inevitabile>. Vani i tentativi di saperne di più, Faraone come detto all’inizio non vuole alimentare alcun tipo di polemica. <Preferisco non approfondire l’argomento, per rispetto della realtà con cui ho avuto a che fare fino ad ieri, e per non dare l’impressione di voler scaricare addosso ad altri qualsivoglia responsabilità . Ripeto, il mio vuol essere anzitutto un messaggio di ringraziamento, quindi il clima poco sereno vorrei attribuirlo all’ambiente in generale…>.
La situazione attuale di classifica, seppur ampiamente recuperabile, stride con le ambizioni estive dei dirigenti del Comprensorio, i quali hanno apertamente espresso la volontà di puntare alle zone importanti del torneo. Ma questo Gallico Catona è da playoff? <Auguro a questi colori di arrivarci, ma senza un attaccante con determinate qualità sarà molto, molto difficile. Ogni settimana ho dato vita ad una riunione tecnica per dare ai dirigenti contezza del lavoro che stavo portando avanti, sottolineando che a questa squadra manca un centravanti di manovra. Tanto per intenderci, serve l’elemento che apra le maglie avversarie, che faccia salire la squadra. Nicolazzo e Carlos Quintana sono due ottimi giocatori, ma non rispondono assolutamente a tali requisiti. Le sconfitte in trasferta contro Paolana e Corigliano, a mio avviso sono arrivate proprio per la mancanza di un calciatore che abbia le qualità sopradescritte. Non puoi prescindere da un certo tipo di punta se vuoi centrare il vertice della classifica- conclude- ma soprattutto non puoi prescindere dalla fiducia e dalla serenità …>.
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