Guardiano dei pali di una squadra capace di centrare il “Double” al termine di una cavalcata esaltante. Per l’ex Reggina Vincenzo Comandè, la stagione 2018/2019 è sicuramente da incorniciare, anche a livello personale. Il portiere classe ’98 si racconta ai microfoni di ReggioNelPallone, tra un presente fatto di vittorie ed un futuro ancora da decifrare…
RECORD, PROMOZIONE, COPPA…E’ stata un’annata fantastica, la squadra ha compiuto qualcosa di veramente importante, andando a vincere con pieno merito il campionato ed alzando la SuperCoppa. Personalmente sono davvero contento di aver dato il mio contributo, ottenendo il record di imbattibilità e parando un calcio di rigore nella finale vinta col PraiaTortorora, ma sono meriti che voglio condividere con tutte le componenti del Ravagnese. C’è un pizzico di rammarico, perché contro il PraiaTortora avremmo potuto vincere anche la Coppa Calabria: perdere in quel modo brucia, visto che eravamo passati in vantaggio per primi ed abbiamo sbagliato il rigore alla fine dei supplementari, ma ripeto, il bilancio non può che essere ottimo.
LA FORZA DI UN GRUPPO-Siamo partiti subito con grande affiatamento, si percepiva fin dall’inizio che sarebbe nato un gruppo forte, vero. Forse non eravamo favoriti, visto che in estate la squadra più accreditata per il primo posto sulla carta era il San Giorgio, ma sapevamo comunque che avremmo potuto fare un campionato di primissimo livello. Come dicevo prima, il gruppo è stata la nostra forza. La svolta è arrivata a Delianuova, alla seconda giornata: dopo essere stati sconfitti, ci siamo guardati tutti negli occhi, promettendoci che ci saremmo rialzati alla grande, e così è stato. Nel girone c’erano squadre di enorme valore, come Pro Pellaro, Bovese, Deliese, Rosarno ed il sopracitato San Giorgio, ma sulla nostra vittoria credo non ci sia da discutere, visto che già tra febbraio e marzo abbiamo messo le mani sulla Promozione.
ALTRI LIVELLI…Ho giocato con Hinterreggio, Reggina, Messina e Cittanovese, ed è ovvio che a quei livelli si può parlare di un altro calcio, rispetto alla Prima Categoria. Devo dire che all’inizio ero un po’ titubante, temevo che non sarei riuscito a trovare gli stimoli giusti e l’adeguato coinvolgimento. Dopo pochi giorni tuttavia, ho capito di essere capitato in una società modello, che per organizzazione e competenza merita palcoscenici molto più importanti: i dirigenti sono stati davvero eccezionali, supportandoci in ogni momento della stagione e non facendoci mancare mai niente. Molti calciatori di questo Ravagnese, secondo me potrebbero giocare in serie D ad occhi chiusi, se non fosse per la loro testa calda (sorride, ndr). Bianchi, Cuzzola, Gullì, Pangallo, Ventura e Vigoroso, solo per citarne alcuni: sono giocatori che, senza voler mancare di rispetto a nessuno, con questi tornei non c’entrano proprio nulla.
FUTURO INCERTO-Sin da quando paravo nella Reggina, ho deciso di mettere lo studio quantomeno in parallelo con l’amore verso il calcio. L’anno prossimo continuerò il mio progetto personale legato all’Università ed a futuri obiettivi professionali, quindi potrei andare fuori città e chiudere con la mia breve carriera. Certo, se mi dovesse prendere la nostalgia, potrei tornare sui miei passi…
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