Due sconfitte. Arrivate in appena cinque giorni, ma sufficienti a far piovere un marasma di critiche sulla testa di Maurizi e dei giocatori della Reggina. Alcune, probabilmente, veramente ingenerose. In primis, perchè i due ko sono arrivati con squadre -senza mitizzare nessuno- semplicemente più forti.
Sia il Cosenza -nonostante i lupi annaspino- ma soprattutto il Trapani, infatti, sono state costruite con fior di quattrini, puntando quantomeno a finire nei primi cinque posti. Paradossale, semplicemente, pensare che la compagine di Maurizi non possa perdere contro simili avversari, per quanto possa non piacere sentirselo dire.
A tal proposito, il tifoso amaranto può scegliere di condividere o meno la filosofia di gestione del club. Puntare ad una semplice salvezza, con l’obiettivo di onorare tutte le spettanze economiche, è lo slogan dei piani alti di Via Petrara fin dal ritorno, nell’agosto dello scorso anno, nel professionismo. Potrà anche essere poco ambizioso, potrà non richiamare il grande pubblico al “Granillo”, potrà non entusiasmare: al momento, la realtà della città Reggio Calabria permette di poter puntare a tali traguardi. E ben venga, in tal senso, che almeno questi vi siano: spostando lo sguardo un pò più in là , appena oltre lo Stretto, si trova un Messina penultimo in Serie D, il cui neopresidente Sciotto ha deciso di abbandonare la baracca.
Riprendendo il discorso relativo ai risultati ottenuti da De Francesco e compagni, la classifica recita che la Reggina, in otto giornate, abbia conquistato nove punti, occupando la decima posizione insieme al Rende. Affrontando, peraltro, squadre come Matera, Cosenza, Trapani e Catanzaro e giocando solamente tre match fra le mura amiche. Privata, in aggiunta, di elementi attualmente imprescindibili, poiché insostituibili, per lo scacchiere del tecnico di Colleferro. Difficile dunque, senza Bianchimano, Tulissi e Di Livio, far meglio, affrontando simili avversari e giocando sette partite in 31 giorni – media di una ogni 4 giorni circa.
Per cui, oggettivamente, servirebbe un pizzico di equilibrio nei giudizi. A tutti, noi in primis, piacerebbe vedere una Reggina battagliare con Lecce e Catania per la Serie B. Ma, oggi, la realtà racconta di una società che sgomita per mantenere a Reggio Calabria la Serie C. E, quindi, tale scenario, va accettato. Anche a malincuore. Senza disperarsi se, anche quest’anno ci si dovrà accontentare di una salvezza alla terzultima o penultima giornata. Perchè, è bene fissare tale concetto indelebilmente, questa Reggina deve pensare in primis a salvarsi.Â
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