Non solo leggenda amaranto e combattente in campo. Tonino Martino, nel corso di tutti questi anni si è sempre professato un tifoso sfegatato della Reggina, tant’è vero che nel derby di andata è sceso appositamente a Reggio, per vedere la partita in Curva Sud. E proprio come un innamorato deluso, il Lupo ha esternato tutto il duo disappunto dopo il ko subito in Sicilia, nella puntata odierna di Tutti Figli di Pianca.
“Così come faccio ogni volta che gioca la mia squadra del cuore, ho visto la partita- esordisce l’autore del gol che diede alla Reggina la prima promozione in A-, e non posso nascondere un’amarezza enorme. Sono deluso, arrabbiato, profondamente dispiaciuto. Il Messina ha vinto perchè, pur non facendo grandi cose, ha giocato come si fa in un derby. La Reggina invece, sembrava stesse disputando un’amichevole: è mancato l’orgoglio, è mancata la rabbia agonistica, è mancato tutto. Si può perdere, ci mancherebbe altro, ma non così, non in questo modo. Se non hai carattere i derby non puoi giocarli, se non hai capito cosa significhi questa partita allora è meglio rimanere a casa. Non c’è stato lo spirito da Reggina, e se devo dirla tutta, non mi sono piaciute certe polemiche su facebook. Quando perdi così malamente, quando alla tua gente non dimostri nulla, devi solo lavorare in silenzio e chiedere scusa, pensando già all’Akragas oppure a come riscattarti nei prossimi derby, invece di prendertela con chissà chi. Ecco, nessuno ha pensato neanche per un secondo di esprimere il proprio dispiacere, di porgere le proprie scuse, ed anche questo lo reputo inaccettabile“.
Tanta rabbia nelle parole di Martino, ma non cattiveria. “La Reggina per me è una cosa sacra, io non ce l’ho con questi ragazzi, ai quali auguro tutto il bene possibile. Sono un loro tifoso, proprio come voi, queste mie parole vorrei servissero da sprono. Tanti ex calciatori, che come me hanno Reggio e la Reggina nel cuore, quando la squadra perde si sfogano sui social, e questo nostro modo di fare viene addirittura visto male o criticato, invece di suscitare contentezza nel vedere quanto amore ed interesse ci sia verso questi colori. Ripeto, nel derby ho visto pochissimo carattere in campo e poca umiltà in certi post su facebook, e lo voglio far notare non per gettare la croce addosso a chicchessia, ma per dare il mio piccolo contributo alla crescita ed alla maturazione di questo gruppo“.
Anche riguardo i deplorevoli episodi extracalcistici, il Lupo non usa giri di parole. “Riguardo l’incendio al pullman non voglio pensare ad altro che ad un guasto dello stesso, perché mi rifiuto di credere che qualcuno potrebbe arrivare a tanto, mettendo in pericolo la vita di trenta e passa persone. Per quanto concerne invece eventuali aggressioni, si tratta di cose che non dovrebbero mai succedere, ma saremmo ipocriti se dicessimo che non sono mai successe prima di ieri. Contro il Cosenza, l’anno della serie A, all’andata qualcuno di noi si avvicinò a loro alzando un pò i toni, per fargli capire quanto ci tenessimo a vincere. Volarono parole grosse da una parte e dall’altra, ci furono attimi di forte tensione. Proprio alla luce di ciò, sapevamo che al San Vito ci sarebbe toccata un’accoglienza non certo amichevole, ed infatti successe quello che pensavamo. Minacce, offese, spintoni: prima della gara successe di tutto, ma fu proprio quanto successo che ci diede una carica tripla, ci fece scendere dentro il rettangolo verde col sangue agli occhi. Risultato? Vincemmo quel derby, nonostante una ripresa giocata quasi interamente in dieci contro undici…“.
Adesso due settimane di stop prima di riprendere il cammino, ma chi ha tempo non aspetti tempo. “Continuando così si retrocede, e poi a pagarne veramente le conseguenze non saranno i calciatori, che in caso di retrocessione della Reggina giocheranno quasi tutti altrove, ma la città . Adesso chi di dovere si deve guardare dritto negli occhi, capire chi si sente di affrontare diciassette battaglie sputando l’anima su ogni pallone e chi invece non se la sente, per un motivo o per un altro. Non è mica la fine del mondo non possedere certe caratteristiche, ma chi non le possiede deve dirlo apertamente e fare le valigie. Io vorrei che questi ragazzi capissero quanto sono fortunati ad indossare una maglia come quella amaranto, ed a giocare in una città che non sarà mai come le altre“.
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