I tempi elefantiaci della giustizia sportiva, stavolta sono stati bocciati. Il nuovo filone dell’inchiesta “Dirty Soccer” infatti, non porterà ad alcuna conseguenza per le società ed i tesserati finiti nel mirino della Procura Federale, la quale,  secondo quanto stabilito dal Tfn (Tribunale Federale Nazionale), ha  “esercitato l’azione disciplinare successivamente al termine di giorni trenta dalla scadenza del termine per l’audizione o per la presentazione di memorie comunicato dalla comunicazione di conclusione delle indagini, in violazione dell’art. 32 ter, comma 4, C.G.S”. Un vizio di forma dunque, che porta all’improcedibilità verso tutti i soggetti coinvolti.
Finisce così un incubo, per più di un club dilettantistico nostrano.  A scansare il pericolo maggiore è la Palmese, riguardo la quale era stata chiesta addirittura l’esclusione dal campionato di serie D. Niente penalizzazioni invece, per Castrovillari, Scalea e Sambiase. Tra i tesserati, sospiro di sollievo per il Presidente della Palmese Pino Carbone, i calciatori Francesco Piemontese ed Alessio Galantucci, i tecnici Riccardo Petrucci e Rosario Salerno ed il dirigente Antonio Mazzei: per tutti i soggetti in questione, erano state chieste lunghe squalifiche. Non ci saranno ulteriori ripercussioni per la Vigor, che già aveva pagato a caro prezzo il proprio coinvolgimento nella vicenda, retrocedendo d’ufficio dalla Lega Pro alla serie D.
Ricordiamo che “Dirty Soccer 3” riguardava anche la Lega Pro (tra le società coinvolte anche la Paganese, militante nello stesso girone della Reggina) ed anche in questo caso, per la stessa motivazione, tutto è finito in un nulla di fatto.
Tornando alla Palmese, va ricordato per onor di cronaca che il Presidente Carbone si è sempre detto estraneo ai fatti contestatigli, annunciando che la società pianigiana sarebbe stata pronta, se del caso, a tutelare la propria immagini ed i propri interessi in sede di giustizia ordinaria, sia in sede civile che penale.
Commenti