Se questo è un derby…
Settore ospiti desolatamente vuoto, al Granillo, domenica, per la partita dell’anno… ridotta ad una gara come le altre. Non nel significato, non nell’importanza che avrà per gli almanacchi e per il presente delle due squadre ma certamente per il fascino popolare, per il seguito, per tutto ciò che ha reso Reggina-Messina – da sempre – la partita più attesa su entrambe le sponde dello Stretto.
Il divieto di trasferta per i tifosi del Messina, impossibilitati a sostenere la propria squadra nella partita che vale una stagione intera, è una sconfitta per tutti e lo è prima di tutto per il sistema calcio italiano. E per lo Stato stesso, impossibilitato evidentemente a garantire altrimenti l’ordine pubblico. Non basta, dunque, uno strumento repressivo qual è la tessera del tifoso per garantire l’assoluta sicurezza?
Massimo rispetto, è bene chiarirlo, per chi altro non ha fatto che applicare la legge. Il Prefetto di Reggio, Claudio Sammartino, ha preso atto di una determinazione dell’Osservatorio e posto di conseguenza il suo autografo su un provvedimento a quel punto inevitabile. Ma se gli effetti della legge sono questi, ed i benefici della stessa restano assolutamente presunti, allora c’è da chiedersi se non sia il grado di fare una seria riflessione su quanto sta accadendo.
Resta così una partita svuotata del proprio fascino, dell’atmosfera che la contraddistingue e la rende epica. Resta dunque un “semplice” incontro di calcio, uno spettacolo sportivo che si esaurisce nei 90′ di gioco raccontando esclusivamente ciò che dirà il rettangolo verde. Un derby è ben altra cosa. Il Derby dello Stretto è ben altra cosa.
E questo dovrebbe essere solo il primo tempo. E’ facile prevedere che anche al San Filippo il settore ospite resterà privo di colore e passione. Pari e patta, ma perdono tutti. Questo non è calcio.
g.v.
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