Oggettivamente, uno dei calciatori cui, in assoluto, in oltre un secolo di storia della maglia amaranto, la tifoseria della Reggina è più legata. Davide Possanzini, emblema della prima promozione in A, è intervenuto su Touring durante Tutti figli di Pianca.
Alfredo Auspici racconta l’aneddoto del post-derby. Il primo sms di congratulazioni da lui ricevuto partiva dal cellulare del “Possa”. Raggiunto telefonicamente, lo stesso ex attaccante racconta come ha vissuto il derby-spareggio.”Ero fuori casa e seguivo su livescore per seguire la gara con il telefonino, che paura che avevo. Il calcio è bello per questo, perchè regala emozioni incredibili. Tedesco ha portato entusiasmo e serenità nel momento più difficile, le caratteristiche che ha sempre avuto da calciatore unite alla voglia di non mollare”.
Il riassunto di ciò che è accaduto, nelle parole di Davide Possanzini. “Fare un’impresa del genere, con la rivalità che c’è, su un campo così difficile è da veri uomini. Per me, è stata una gioia enorme. Leggere quello “0-1″ è stata fantastico. Ho visto alcuni video su Facebook, è bellissimo vedervi gioire in quel modo. Ripeto, la Reggina ha vinto giocando da uomini e non solo da calciatori. Per certi versi ricorda la nostra vittoria al San Vito con il Cosenza nel ’99”.
Quel derby fu decisivo per quel campionato, ecco un aneddoto. “L’altro giorno guidavo e pensavo alla Reggina. Mi fermo all’autogrill e incontro una persona. “Ehi Davide, allora?”. Era Rosetti, che era l’arbitro di quella partita del derby del 1999. (decretò un rigore che Possanzini sbagliò, salvo poi farlo calciare una seconda volta perchè alcuni giocatori del Cosenza erano già entrati in area. Al secondo tentativo, fece gol, ndr). Gli ho detto, “tu mi hai salvato la vita facendomi ripetere quel rigore a Cosenza. Quello è stato lo spartiacque tra il mio essere un eroe oppure un idiota per i tifosi della Reggina”.
Ora, Possanzini è un allenatore. Un giorno sulla panchina amaranto? Non si nasconde. “Quando lasci un ricordo come quello che ho avuto la fortuna di lasciare io a Reggio è sempre un rischio tornare. Ma Reggio è Reggio e la Reggina è la Reggina per me, non posso nascondere sia uno dei miei sogni più grandi tornare sullo Stretto da allenatore. Speriamo – conclude – un giorno, si possa realizzare”.
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