Enzo Ferrari, scomparso a Udine, è stato una figura atipica e appassionata del calcio: fu il primo italiano a battere il Real Madrid al Bernabeu.
Ci sono storie di calcio romantico che vale la pena raccontare, perché questo non è solo lo sport più amato dagli italiani, ma dietro questo sport ci sono personaggi che hanno costruito una certa epica, come l’allenatore Enzo Ferrari. Originario di San Donà di Piave, nato il 21 ottobre 1942, Ferrari è ricordato non solo per la sua carriera da calciatore, ma soprattutto per la sua lunga e intensa attività da allenatore.

Scomparso a Udine nelle scorse ore, viene ricordato per una grandissima impresa sportiva: fu il primo tecnico italiano a battere il Real Madrid al Santiago Bernabéu, con il suo Real Saragozza, nella stagione 1984-1985 della Liga. Peraltro, quella col Real Saragozza è stata un’esperienza piena di rimpianti: lo stesso Enzo Ferrari ammise in seguito di essersi pentito di aver lasciato la Spagna.
Il biennio alla Reggina, il progetto calabrese di Enzo Ferrari
In Spagna, infatti, l’allenatore era riuscito a farsi rispettare per idee e carattere, preferendo tornare in Italia in un contesto calcistico più familiare ma spesso più instabile. Il punto più alto della sua avventura spagnola fu proprio il 2-1 contro i Blancos nella loro roccaforte, ma ebbe in carriera altre possibilità: guidò l’Udinese in Serie A, il Palermo in C1 portandolo in B, la Triestina penalizzata dalle inchieste sulle scommesse.

In particolare, con l’Udinese, che allenò negli anni precedenti l’esperienza spagnola, riuscì a togliersi diverse soddisfazioni, ma soprattutto ebbe l’opportunità di allenare un grande campione come Zico. Tra le tappe più significative della sua carriera italiana, l’esperienza alla Reggina dal 1992 al 1994 rappresenta sicuramente un periodo cruciale.
In un’epoca in cui il club calabrese cercava un’identità forte e una risalita strutturata tra i professionisti, Ferrari si distinse per l’approccio tecnico e umano, lasciando un’impronta che i tifosi amaranto non hanno dimenticato. Il suo calcio pragmatico, ma sempre volto alla valorizzazione dei talenti, contribuì a gettare le basi di una Reggina ambiziosa, proiettata verso la Serie B.
Enzo Ferrari, tecnico di provincia con mentalità europea
Prima ancora di essere un allenatore, Ferrari fu un’ala sinistra potente e tecnica, ricordato per un leggendario gol da 77 metri allo Stadio Olimpico contro la Roma, quando giocava nel Palermo. Ma fu da allenatore che lasciò il segno più profondo, tra promozioni sfiorate, retrocessioni sofferte, esoneri controversi e intuizioni geniali. Un uomo di calcio vero, spesso avanti rispetto al suo tempo.

Enzo Ferrari se ne va a 82 anni, lasciando un’eredità fatta di passione, coraggio e memoria viva, soprattutto a Reggio Calabria, dove si vive un altro lutto nel mondo del calcio locale. Ma soprattutto, nel panorama internazionale, resterà per sempre il primo italiano a espugnare il tempio del Real Madrid, un onore che nessuno potrà togliergli.