Una delle voci storiche del calcio in tv, commentatore di una famosa trasmissione sportiva, è venuto a mancare.
Prima dell’avvento delle pay-tv e dello spezzettamento del campionato di calcio, con ogni giornata dilazionata in due o tre giorni, e a qualsiasi fascia oraria, chiunque volesse seguire la Serie A e vedere gol e sintesi delle partite aveva un appuntamento d’obbligo. Era quello con Novantesimo minuto, la popolare trasmissione che poco dopo le 18 andava in onda sulla Rai, con volti divenuti popolarissimi.

Novantesimo minuto, programma nato nel 1970, va ancora in onda, ma l’appeal non è quello di un tempo e appunto i volti che entrarono nelle nostre tasche in quegli anni, forse molti giovani nemmeno li ricorderanno più. Ci mostravano un modo diverso di fare televisione, e soprattutto una grande capacità di coniugare la territorialità con una fortissima professionalità.
I volti e le voci di Novantesimo minuto che hanno fatto la storia
Se ci perdevamo l’incipit e accendevamo la televisione in un momento qualsiasi, guardando il commentatore, sapevamo di che partita si trattasse. Iconici sono stati negli anni Ottanta e Novanta Franco Strippoli da Bari o il compianto Tonino Carino da Ascoli. Il volto più noto e popolare è stato sicuramente quello del conduttore Paolo Valenti, al timone fino al 1990, anno della sua morte, che all’epoca sconvolse i tifosi di calcio.

Nelle scorse ore, è venuto a mancare un altro inviato storico di Novantesimo minuto, un altro di quelli che hanno fatto la storia del programma sportivo all’epoca più popolare della televisione, il più visto e amato. Si è spento all’età di 86 anni, il ligure Gianni Vasino, nato in Emilia ma ben presto trasferitosi a Sanremo. Chi ha amato Novantesimo minuto lo ricorda per i servizi da Milano e Bergamo.
L’addio a Gianni Vasino, commentava Inter, Milan e Atalanta
Gianni Vasino, che fu anche uno dei volti di Minuto Zero, spin-off del programma durante i mondiali di calcio giocatisi in Italia, era infatti chiamato a commentare le partite di Inter, Milan e Atalanta: per fare questo, puntualmente nel weekend dalla Liguria, dove viveva stabilmente, si spostava in Lombardia, senza mai mancare uno degli appunti con la telecronaca del match a lui spettante.

Quello del commentatore sportivo è un ruolo che forse oggi lo stesso Gianni Vasino avrebbe denigrato, ma che all’epoca aveva una ragione d’essere molto importante. Spettava a lui, e lui soltanto, il diritto-dovere di informare i calciofili di tutta Italia su quello che era accaduto in un match. In tempi in cui si criticano Bergomi e Caressa per telecronache parziali, giornalisti come Vasino sembrano venire da un altro mondo.
Eppure iconica è ad esempio una foto di Gianni Vasino mentre sorride coi giocatori del Milan in festa per un trofeo vinto a fine anni Ottanta. Del resto, davvero in pochi criticano l’enfasi che ci mette nelle sue radiocronache Francesco Repice, giornalista sportivo che è forse l’ultimo baluardo di quel giornalismo di altri tempi che Gianni Vasino – che si è raccontato in un libro autobiografico nel 2014 – ha ben rappresentato.