Il tennista altoatesino Jannik Sinner ha dimostrato che dopo essere caduto, anche nello sport, è davvero possibile rialzarsi e dare tutto.
Jannik Sinner, sotto di un set contro Tommy Paul, ha ribaltato una partita complicatissima e conquistato la sua prima finale agli Internazionali di Roma: l’altoatesino numero uno al mondo ha poi perso l’incontro successivo, mollando nel secondo set, dopo il primo chiuso al tie-break, contro Carlos Alcaraz. Un finale amaro, sicuramente, ma il campione è tornato.

Tre mesi di squalifica per doping, senza alcun dubbio, hanno pesato nell’approccio di Jannik Sinner al torneo romano, tant’è che il numero uno al mondo aveva scelto di proseguire in quella che era la sua preparazione affrontando anche l’ATP di Amburgo, salvo poi dover rinunciare. Dietro questa scelta, c’è sicuramente il fatto che nemmeno lui si aspettava di arrivare tanto lontano a Roma.
L’immensa rimonta di Sinner contro Paul un esempio per ogni sportivo
Resta comunque la partita vinta in gran rimonta contro Tommy Paul, un’impresa figlia della determinazione, della forza mentale, della capacità di rimanere concentrati anche quando tutto sembra sfuggire di mano. Una lezione che parla di sport, ma soprattutto di resilienza, e che si riflette anche in altri campi, come il mondo del calcio. Fino al quarto di finale contro Ruud, del resto, Sinner sembrava non avere mai abbandonato il tennis.

Per molte squadre di calcio, tante stagioni sono fatte di alti e bassi, avviene in ogni disciplina sportiva, sta allo spirito degli atleti essere in grado di non buttarsi mai giù, anche quando vengono a mancare le forze, oltre che la fiducia. Nel calcio, come nel tennis, si può partire male, soffrire, andare sotto, ma è ciò che si fa dopo a definire davvero una squadra o un atleta.
Contro Tommy Paul, Jannik Sinner, travolto 1-6 nel primo set, non si è arreso. È rientrato in campo con lucidità e grinta, ha vinto il secondo set 6-0, poi ha chiuso 6-3 nel terzo. Un capolavoro mentale e tecnico. Chi conosce il campione da vicino, sa benissimo che saprà rialzarsi anche dopo la brusca battuta d’arresto contro Carlos Alcaraz, un sei a uno nel secondo set che brucia.
La metafora della rimonta che vale anche per il mondo del calcio
Lo stesso spirito serve a una squadra di calcio che, magari, ha avuto un inizio stagione disastroso, con cambi in panchina, risultati deludenti e contestazioni, ma che ha saputo ricompattarsi e ritrovare la rotta, partita dopo partita. Il calcio è pieno di squadre che hanno perso il “primo set” del campionato ma hanno saputo risalire: guardate il Napoli, lo scorso anno a metà classifica e questo a un passettino dallo scudetto.

Poi sempre in Serie A, guardate che cosa ha fatto la Roma quest’anno, che dopo essere stata a ridosso della zona retrocessione, grazie a un grande condottiero come Claudio Ranieri, è risalita fino alla zona Champions. Come Sinner, che non ha mollato quando il pubblico sembrava rassegnato. Così, anche nel calcio, ci sono squadre che rifiutano di accettare la sconfitta come destino e la trasformano in motivazione.
Che sia una semifinale sul Centrale del Foro Italico o una finale playoff su un campo di provincia, ciò che conta è lo spirito con cui si affronta la sfida. Il cuore, la testa, la voglia di lottare fino all’ultimo minuto. Perché le vittorie più belle sono quelle che sembravano impossibili, ma che diventano realtà. Con un pizzico di romanticismo e con buona pace di chi sostiene ancora che sia solo sport.