La storia del carabiniere Lorenzo Fasci, improvvisamente ritrovatosi nel ruolo di eroe, dopo aver sventato un tentativo di suicidio.
Non aveva l’uniforme addosso, non c’erano lampeggianti, sirene od ordini superiori. Solo un uomo, un carabiniere, un cuore che ha scelto il coraggio. Siamo a San Paolo d’Argon, qualche giorno fa: il comune della Val Cavallina, in provincia di Bergamo, si è ritrovato improvvisamente sulle prime pagine di tutti i giornali nazionali, insieme a un ragazzo divenuto eroe per caso.

Lorenzo Fascì, 28 anni, figlio di Reggio Calabria e carabiniere scelto in servizio ad Albino, in provincia di Bergamo, è un ragazzo che come tanti ha scelto di arruolarsi nell’Arma dei Carabinieri, ha scelto la via dell’onestà in una Regione in cui ribellarsi alla ‘ndrangheta spesso non è considerato normale, ma un atto di coraggio. Un giovane qualunque di cui oggi tutti parlano.
Il gesto di Lorenzo Fascì che ha salvato una vita umana
Il carabiniere, qualche giorno fa, non aveva alcuna divisa addosso, era semplicemente in auto con la fidanzata e il padre di lei, quando il destino si presenta sotto forma di una figura fragile, sospesa sul cavalcavia. Una donna, sola e disperata, in bilico tra il cemento e il vuoto. Il giovane carabiniere capisce che non può far finta di nulla e non esita un solo istante: deve impedirle di compiere il gesto estremo.

Mentre il suocero tenta un contatto con la donna e la sua fidanzata chiama i soccorsi, Lorenzo Fascì agisce con grande rapidità. Scavalca la barriera, senza alcuna protezione, senza pensarci due volte, col solo intento di salvare una vita umana, una donna che aveva deciso di porre fine ai suoi giorni. Il carabiniere, che pur non in servizio sa di essere sempre un uomo dell’Arma, si lancia verso la ragazza.
Mentre sotto passano le auto, lui prima la convince a desistere dal suo intento, poi la stringe a sé, la ancora alla vita, la trattiene con la forza di chi ha giurato di servire il proprio Paese e proteggere le vite umane. Non sa nemmeno che qualcuno sta immortalando tutto quello che avviene: lo fa per spirito di dovere e sacrificio, senza indugio, da eroe, da carabiniere, da semplice cittadino.
Il precedente di Lorenzo Fascì: non si è mai tirato indietro, anche in passato
“Eroe”, lo ha definito la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rilanciando la notizia sui social. Il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha elogiato il suo coraggio e il suo altruismo, riconoscendo in lui un esempio fulgido di senso civico. Anche Matteo Salvini ha voluto sottolineare l’onore e la dignità con cui Lorenzo Fascì ha servito la divisa, anche senza indossarla.

Adesso dal suo passato in divisa spunta un episodio risalente a qualche anno fa, quando il carabiniere – stavolta in servizio nel corso di una operazione – era rimasto ferito in un accoltellamento. Anche in quel caso, il giovane militare dell’Arma non si tirò indietro davanti al pericolo, ma stavolta ha svelato anche il suo grande cuore e il suo forte senso di umanità. Doti rare.