Domenica per l’Italia sarà finale, la quarta complessivamente nella storia degli Europei, la terza a partire dal 2000. Un traguardo sognato, probabilmente inatteso, che la nazionale di Roberto Mancini ha raggiunto sfruttando al massimo il proprio potenziale, con il collettivo a dare dimostrazione di grandezza e coesione ai limiti della commozione. Un gruppo unito e compatto, composto non soltanto dai calciatori Azzurri ma anche dallo staff tecnico di Mancini. E domenica, per il C.T. e per alcuni di loro, la finale avrà il sapore di una rivincita attesa da ben 29 anni.
Era infatti il 20 maggio 1992 quando la Sampdoria di Vujadin Boskov targata Paolo Mantovani, a distanza di un anno dallo storico scudetto portato all’ombra della Lanterna, giunse fino in fondo al principale torneo d’Europa, la Coppa dei Campioni, riservata all’epoca solo alle squadre campioni nazionali. Dopo aver eliminato sul proprio cammino Rosenborg Trondheim, Honved Budapest, Stella Rossa, Anderlecht e Panathinaikos, la formazione blucerchiata approdò alla finalissima contro il Barcellona di Johan Cruijff.
Il capitano di quella Sampdoria era Roberto Mancini, affiancato in attacco da Gianluca Vialli, attuale Capo Delegazione della nazionale Azzurra. A destra, nel centrocampo di Boskov, Attilio Lombardo, uno degli assistenti di Mancini sia adesso che in precedenti esperienze; a soffrire in panchina c’era Giulio Nuciari, riserva di Pagliuca, tra i componenti dell’attuale staff Azzurro. Per loro, il sogno di diventare campioni d’Europa nel 1992 a Wembley si spezzò al 112′: sul risultato di 0-0, con la partita che sembrava avviata ai calci di rigore, Ronald Koeman sparò su calcio di punizione un missile imparabile per Pagliuca. Inutile l’assalto finale della Sampdoria, la Coppa dei Campioni fu del Barcellona.
Stesso stadio, ventinove anni dopo, una nuova opportunità. Una rivincita come difficilmente potrà capitare ancora per Mancini, ma anche per Vialli, Lombardo e Nuciari. E volendo, anche per altri due membri dello staff Azzurro, Fausto Salsano e Alberico Evani, uno all’epoca alla Roma, l’altro bandiera del Milan, ma entrambi con un forte legame con la Sampdoria. Per tutti loro, domenica sarà un appuntamento ancor più speciale, per riscrivere la Storia. E probabilmente, da lassù, ci sarà anche il tifo speciale da parte di Vujadin Boskov per i suoi ragazzi, diventati grandi anche grazie a lui.
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