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Europei, la Storia: 2008, inizia a Vienna il ciclo d’oro della Spagna

Europei, la Storia: 2008, inizia a Vienna il ciclo d’oro della Spagna
Mondo Sport
06/06/2021 20:28 | A cura di Domenico Geria
La tredicesima edizione degli Europei vide la seconda vittoria della Spagna, 44 anni dopo la vittoria ottenuta a Madrid

La Storia degli Europei di calcio: RNP racconta in 15 puntate gli eventi, le imprese e i protagonisti della più prestigiosa competizione continentale per nazioni, dagli albori fino all’ultima edizione datata 2016, alla vigilia della 16^ edizione.

AUSTRIA&SVIZZERA 2008

PRIMA FASE – Otto anni dopo l’edizione congiunta organizzata da Belgio e Olanda, altre due nazioni vicine di casa tra loro ottennero l’organizzazione della fase finale degli Europei, ovvero Austria e Svizzera, le cui squadre nazionali ebbero accesso in maniera automatica all’evento, come previsto dal regolamento. Le altre 50 nazionali chiamate a giocarsi la qualificazione vennero suddivise in 7 gironi (uno da 8 squadre e 6 da 7), dalle quali avrebbero passato il turno le prime due classificate, senza ulteriori spareggi.

QUALIFICATE – Ad accedere alla fase finale di Euro 2008 furono: Austria e Svizzera, organizzatrici dell’evento, Polonia e Portogallo (prime classificate del Gruppo A davanti a Serbia, Finlandia, Belgio, Kazakistan, Armenia e Azerbaijan), Italia e Francia (Scozia, Ucraina, Lituania, Georgia e Far Oer), Grecia e Turchia (Norvegia, Bosnia, Moldavia, Ungheria e Malta), Repubblica Ceca e Germania (Irlanda, Slovacchia, Galles, Cipro e San Marino), Croazia e Russia (Inghilterra, Israele, Macedonia, Estonia e Andorra), Spagna e Svezia (Irlanda del Nord, Danimarca, Lettonia, Islanda e Liechtenstein), Romania e Olanda (Bulgaria, Bielorussia, Albania, Slovenia e Lussemburgo).

L’ITALIA – Gli Azzurri, campioni del mondo in carica, si ritrovarono nel Gruppo B in compagnia proprio della Francia battuta ai rigori a Berlino nell’estate 2006. La partenza per la nazionale di Lippi fu disastrosa: 1-1 a Napoli contro la Lituania e sconfitta a Parigi per 3-1. Strada in salita per l’Italia che mise la marcia giusta e infilò cinque vittorie di fila, recuperando qualche punto ai francesi grazie alla sconfitta di questi in Scozia. La gara di ritorno dello scontro diretto, giocata a Milano, finì a reti bianche, gli Azzurri però non mollarono infilando altre quattro vittorie, e approfittando della grossa mano fornita ancora dagli scozzesi, vittoriosi di misura anche in Francia, operarono il sorpasso consolidando il primato nel match conclusivo contro le Far Oer, mentre i francesi impattavano in Ucraina. Primo posto finale per l’Italia con 29 punti, tre in meno per i francesi; dietro la Scozia, ultima ad arrendersi, Ucraina, Lituania, Georgia e Far Oer.

FASE FINALE – Il 7 giugno 2008 a Basilea si aprì ufficialmente Euro 2008 con la prima gara del Gruppo A, tra la Svizzera e la Repubblica Ceca; delusione per i padroni di casa, battuti di misura. A Ginevra, i vice-campioni in carica del Portogallo, più agguerriti che mai, batterono la Turchia 2-0, facendo il bis nel match successivo contro i cechi per 3-1, mentre i turchi in rimonta imponevano agli elvetici il secondo stop. Nel turno conclusivo gli svizzeri, già eliminati, batterono 2-0 i portoghesi già qualificati come primi del girone, mentre lo scontro diretto per il secondo posto se lo aggiudicò la Turchia, rimontando un doppio svantaggio nel quarto d’ora finale e vincendo contro i cechi.
Il Gruppo B si aprì l’8 giugno a Vienna con l’Austria che subì lo stesso destino dei cugini svizzeri, perdendo 1-0 contro la Croazia; nell’altro incontro la Germania piegò la Polonia, perdendo l’incontro seguente contro gli scatenati croati per 2-1, mentre austriaci e polacchi impattavano. Croazia prima a punteggio pieno alla fine con il successo di misura sulla Polonia, mentre la Germania si prese la seconda piazza battendo l’Austria.
Nel Gruppo C esordio da incubo per l’Italia, battuta a Berna per 3-0 dall’Olanda, mentre nell’altro incontro Francia e Romania non andavano oltre lo 0-0. Mentre gli olandesi travolgevano i francesi per 4-1, gli Azzurri ottenevano a Zurigo un 1-1 contro i romeni in un botta e risposta firmato da Mutu e Panucci. Ultimi 90′ decisivi: mentre un’Olanda già qualificata e spietata otteneva la terza vittoria contro la Romania, a Zurigo si rivedeva un match tra Italia e Francia da dentro o fuori: il rigore di Pirlo e il gol di De Rossi regalarono alla nazionale di Lippi i quarti di finale.
Nel Gruppo D la Spagna si mostrò inarrestabile: 4-1 alla Russia, 2-1 alla Svezia (al 94′) e 2-1 alla Grecia campione in carica; alle spalle degli spagnoli di piazzò la Russia che dopo lo stop iniziale, vinse contro svedesi e greci. Per la nazionale ellenica, il sogno di mantenersi sui livelli di quattro anni prima sfumò in fretta con tre sconfitte in altrettante partite.

Il 19 giugno a Basilea, pirotecnico primo quarto di finale con la Germania che eliminò il Portogallo vincendo 3-2.
Il 20 giugno a Vienna, Croazia e Turchia arrivarono ai supplementari sullo 0-0; al 119′ Klasnic portò avanti i croati, ma un minuto dopo Senturk ristabilì la parità. Ai calci di rigore, la Croazia sbagliò tre tiri su quattro e alla Turchia ne furono sufficienti tre, tutti vincenti, per andare in semifinale.
Il 21 giugno a Basilea, l’Olanda favorita riuscì a trovare in extremis il gol del pari contro la Russia; ma nei supplementari, la nazionale russa, guidata proprio da un olandese, Guus Hiddink, andò a segno per ben due volte, vincendo 3-1 ed eliminando gli Orange.
Il 22 giugno a Vienna, al termine di 120′ combattutissimi, si chiuse 0-0 la sfida tra Italia e Spagna. Ai calci di rigore, che due anni prima avevano premiato Lippi e i suoi con il titolo mondiale, arrivarono gli errori di De Rossi e Di Natale, mentre gli spagnoli fallivano solo il penalty di Guiza e approdavano in semifinale.

Il 25 giugno a Basilea, la Germania vinse per 3-2 la semifinale contro la Turchia, riuscendo a piegare la nazionale di Terim solamente al 90′ con una rete di Lahm.
Il 26 giugno a Vienna, la Spagna spazzò via la Russia, vincendo 3-0 con tre reti nella ripresa, dopo aver faticato per quasi un’ora prima di avere la meglio su Akinfeev e compagni.

Il 29 giugno si giocò allo stadio “Ernst Happel” di Vienna la finale di Euro 2008 tra Germania e Spagna. Di fronte ad oltre cinquantamila spettatori, la nazionale di Luis Aragones giocò una grande partita mostrando di essere la più forte squadra in circolazione e pronta per aprire il ciclo vincente che la porterà a fare incetta di trofei negli anni successivi. Il primo tempo fu quasi un monologo spagnolo, con uno scatenato Fernando Torres che prima colpì un palo, poi, subito dopo la mezz’ora di gioco, lanciato in velocità batté sull’uscita Lehmann con un delizioso scavetto. La reazione tedesca arrivò ma si infranse contro il gioco ordinato, spumeggiante e asfissiante delle Furie Rosse, che nel loro percorso netto fino a Vienna rischiarono di andar fuori solamente per mano dell’Italia. Al triplice fischio dell’arbitro Rosetti, Aragones e i suoi poterono far festa: la Spagna si laureò campione d’Europa per la seconda volta nella sua storia.

IL PERSONAGGIO – Con il suo gol decise la finale di Vienna, ma non fu certo l’unico in una carriera ricca di soddisfazioni in giro per l’Europa. Fernando Torres, soprannominato El Niño”, con la maglia della nazionale spagnola mise a segno in totale 38 reti, compreso uno siglato anche nella successiva finale degli Europei, laureandosi capocannoniere dell’evento. L’ultima rete con le Furie Rosse, che coincise con la sua ultima presenza, arrivò ai Mondiali del 2014 contro l’Australia, in un 3-0 che non evitò alla Spagna l’eliminazione nella fase a gironi, sancendo la fine di un ciclo vincente aperto proprio a Vienna nel 2008. Nelle squadre di club, legò gran parte della carriera all’Atletico Madrid, dove militò da giovane, dal 2000 al 2007 e, successivamente, al tramonto della carriera, dal 2015 al 2018, giocando tra le varie manifestazioni, oltre 400 partite e segnando 129 reti. Chiuse la sua esperienza con i Colchoneros nel 2018, vincendo l’Europa League, un trofeo che aveva già alzato con la maglia del Chelsea nel 2013, durante la sua lunga parentesi inglese: dal 2007 al 2011 militò nel Liverpool segnando 81 reti in tre anni e mezzo, prima di passare al club di “Stamford Bridge” dove giocò altri tre anni e mezzo, andando in gol 45 volte. Nell’estate del 2014 approdò in Italia indossando la maglia del Milan, ma anche lui fu vittima della “maledizione della numero 9” che dal ritiro di Pippo Inzaghi, porta i suoi possessori a rendere molto al di sotto delle aspettative. La parentesi rossonera di Torres durò mezza stagione, il tempo di collezionare 10 gettoni di presenza con un solo gol, prima di far ritorno a gennaio a Madrid, dove militò, come già accennato, fino al 2018. Chiuse la sua carriera ad agosto del 2019 con una tutt’altro che indimenticabile esperienza nel campionato giapponese.

EURO 2008 – CAMPIONE: SPAGNA

(13 – continua)

Domenico Geria
Collaboratore di ReggioNelPallone.it

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