Reggina troppo incerottata per tenere testa ad una delle grandi di questo campionato: gli amaranto reggono un tempo, poi il Trapani sfonda e dilaga. Reginaldo sblocca, Evacuo raddoppia, Fazio fissa il punteggio. Le tre gare in una settimana portano in dote un solo punto alla squadra dello Stretto: nulla è perduto, ma con l’Andria – sabato al Granillo – dovrà essere il momento della ripartenza. Con la (concreta) speranza di recuperare più di qualche uomo cui mister Maurizi troppo a lungo ha dovuto rinunciare.
STOP O RINASCITA – Perdere il derby fa male, a maggior ragione a una squadra giovane che dell’entusiasmo fa la propria linfa vitale. La sberla rimediata dalla Reggina con il Cosenza si è fatta sentire, ha influito sul morale e sulle gambe di un gruppo decimato dalle assenze e chiamato dal calendario a gestire tre partite in sette giorni. La trasferta sul campo di una delle favorite per la vittoria del campionato, il Trapani, può essere una maledizione o un’occasione: agli uomini di Maurizi il compito di indirizzare il destino. Al bivio gli amaranto, tra il rimediare un’altra sconfitta vedendo rotto l’incantesimo creatosi con il convincente inizio di campionato ed il raccogliere un risultato positivo al Provinciale che varrebbe oro per classifica e autostima.
Troppi indisponibili e riserve di energia limitate: Maurizi è quasi costretto a rinunciare al sistema di gioco che ha contraddistinto la sua Reggina fino ad oggi adottando fin dal principio il 5-3-2 scelto invece solo a gara in corso. Laezza affianca Di Filippo e Gatti dietro, Pasqualoni trova una maglia sull’out di destra, Porcino prosegue il suo tour che in questa stagione l’ha visto impiegato da terzino, mezzala e seconda punta disimpegnandosi da tornante di sinistra. Garufi non c’è, Sciamanna non sta bene: Sparacello unica punta, a De Francesco il consueto compito di accendere la squadra.
DIFESA E CONTROPIEDE – E’ una partita di sofferenza, non era difficile prevederlo. I siciliani spingono, al 17′ Cucchietti salva su Maracchi, bravo a inserirsi su invito di Reginaldo. La pressione granata è veemente ma arruffona, ha ritmo ma poca verticalità , i siciliani sbattono sulla difesa guidata dall’ottimo Di Filippo. Animi bollenti, in campo più calci che calcio: gli episodi più rilevanti del primo tempo sono legati a decisioni arbitrali. Prima Laezza, poi Marras e Mezavilla rischiano l’espulsione: il primo commette un fallo tattico che il direttore di gara non giudica punibile con il rosso, l’attaccante del Trapani colpisce Cucchietti con un calcio quando il portiere si era già liberato del pallone, Mezavilla (già ammonito) va a farsi giustizia spingendo l’avversario: tutti graziati. Tiri in porta? Due dei siciliani, entrambi dalla distanza, non creano grattacapi. La produzione offensiva della squadra dello Stretto è riassunta da due tiri violenti ma alti di Marino.
AMARANTO A PICCO – La svolta della gara arriva una manciata di minuti dopo l’inizio della ripresa: la Reggina commette un grave errore in impostazione, regala il pallone agli avversari facendosi trovare impreparata a difendere. Marras taglia la difesa, il suo tiro sbilenco finisce tra i piedi di Reginaldo che batte Cucchietti. La strada si impenna sotto i piedi della Reggina, sotto nel punteggio e decimata negli uomini specie nel reparto offensivo. Bezziccheri per Mezavilla è la prima soluzione che Maurizi prova ad estrarre dal cilindro. Problemi di organico che certo non ha il Trapani. Calori si volta verso la panchina e trova Felice Evacuo – uno da 197 gol tra i professionisti – lo manda in campo e gli dà così l’opportunità di aggiornare il suo score personale: meravigliosa rovesciata che sentenzia gli amaranto. E’ il 75′, la contesa di fatto finisce lì. Una manciata di minuti per Silenzi, una grandissima parata di Cucchietti su Palumbo, arriva il sigillo del 3-0 quando Fazio gonfia la rete con un bellissimo destro di controbalzo, la Reggina si ferma sulla traversa quando Gatti sceglie bene il tempo sugli sviluppi di un corner.
Recuperare gli uomini e rialzarsi: questo l’imperativo, adesso, in casa amaranto.
Commenti