Assurda. È la parola più consona per descrivere l’attuale situazione di quello che rappresenta il terzo livello del calcio nostrano, la Lega Pro. Tornata, da quest’anno, a chiamarsi Serie C: una vittoria di Pirro per chi ama il calcio, quello vero. Troppo facile fregiarsi di un nome che negli anni passati, nonostante pare siano ormai trascorsi secoli, era rispettato e rispettabile.
La terza serie del calcio italiano attraversa un momento di crisi apparentemente incontrovertibile: difficile ipotizzare chi e come possa risolvere questa tragicomica situazione. Che, al momento, vede un campionato il cui format è stato stravolto, nel solo mese appena trascorso, ben tre volte. Prima 56, poi 57, dopo ancora addirittura 58. Anzi no. La cinquantottesima squadra è ancora nel limbo: l’Unione Sportiva Vibonese, dopo un’estate vissuta più nei tribunali che a preparare la stagione 2017/2018, non sa ancora, al 5 settembre, quale categoria la vedrà protagonista nella corrente stagione calcistica. Senza parlare del Lumezzane, bocciato appena sette giorni fa.
Un batti e ribatti tra Giustizia Sportiva e Lega che nuoce soprattutto al campionato e alle società .
Nella serata di ieri, infatti, il Collegio di Garanzia dello Sport del Coni ha ricevuto un ricorso presentato congiuntamente dai presidenti della Figc, Carlo Tavecchio, e della Lega Pro, Gabriele Gravina, per far annullare la decisione con cui il 24 agosto scorso la Corte Federale d’Appello della stessa Federcalcio, accogliendo le istanze della Vibonese, aveva disposto la retrocessione all’ultimo posto del Messina (il vecchio ACR, nel frattempo fallito e ripartito comunque dalla D, ndr) in Lega Pro e reintegrato la società calabrese in Serie C. Si tratta della prima volta che una Federazione – non quindi una Procura – impugna presso il Collegio di garanzia una sentenza di una propria Corte d’appello. La FIGC, in pratica, ricorre contro la FIGC, insomma.
Nell’attesa, ancora non estinta, che la giustizia sportiva (?) facesse il suo corso, è iniziato il campionato. Con tre gironi da 19 squadre, il cui calendario è stato stilato giorno 10 agosto. Pardon, giorno 11 agosto. O meglio, il cui calendario delle prime tre giornate è stato stilato in tale data. Già , perchè la cerimonia dei calendari, tenutasi a Pescara, è stata prima spostata di ventiquattr’ore e poi, sostanzialmente, rinviata parzialmente al 24 agosto. La causa? Il ripescaggio del Rende, escluso, in prima istanza, dal professionismo a causa di una fideiussione balbettante e poi, dopo il canonico ricorso d’urgenza, ripescato in C, con conseguente stravolgimento, nell’ordine, di: composizione gironi campionato e Coppa Italia, format, calendario, ecc. La morale? Biancorossi attuale capolista del girone C.
Ad oggi, e chiudiamo, le uniche certezze del torneo sono le seguenti: a) la prima classificata di ogni girone andrà direttamente in Serie B; b) 28 squadre faranno i playoff. Ventotto. Su cinquantacinque, togliendo le tre promosse direttamente in cadetteria. Ovvero più del 50%. Un esperimento partito nello scorso anno che, probabilmente, non andava replicato. Sia chiaro: combattere i match fixing è una priorità del calcio moderno, ma quella di allargare la post-season promozione alla maggior parte delle squadre partecipanti non può assolutamente essere una soluzione coerente.Â
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