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Una Reggina allo sbando si copre di vergogna a Melfi

Una Reggina allo sbando si copre di vergogna a Melfi
Reggina
13/11/2016 16:20 | A cura di Gianpiero Versace
La Reggina scrive una pagina imbarazzante franando rovinosamente sul campo del fanalino di coda della Lega Pro: lo scontro salvezza è un'altra figuraccia amaranto.

Di Gianpiero Versace – Qual è il fondo, per questa Reggina? Lecito chiederselo giunti alla quarta sconfitta consecutiva che coincide con il kappaò sul campo del Melfi, ultimo in classifica alla vigilia. Una squadra, quella amaranto, senza capo né coda, e senza amor proprio, sovrastata per 90′ da un avversario tutt’altro che irresistibile eppure capace di dominare in lungo e in largo gli uomini di Zeman. Le reti nella ripresa: apre Laenza, arrotonda Gammone, chiude De Vena su rigore. Espulso un imbarazzante De Bode. Amaranto a picco.

SPETTACOLO DA SERIE D – Più ping-pong che calcio nei primi 20′ all’Arturo Valerio. Palloni scaraventati da una parte all’altra del campo, che baciano poco l’erba vagando in aria senza raziocinio, dejà vù amaranto di un passato recente in interregionale con proposte di gioco da ambo le parti imbarazzanti. Non che fosse lecito aspettarsi bollicine nel confronto tra i padroni di casa fanalino di coda e una squadra, quella ospite, in piena crisi, ma lo spettacolo in avvio di gara è specchio delle difficoltà che Melfi e Reggina dovranno affrontare per rincorrere il mantenimento della categoria.

Zeman ha l’imperativo di reagire alle difficoltà che stanno soffocando la sua squadra, reduce da un trittico di sconfitte, e per la prima volta sceglie Maesano in luogo di Cane, rivisitando l’intero centrodestra difensivo con l’inserimento di De Bode per lo squalificato Gianola. Ripristinato il tridente con Porcino insieme a Coralli e Oggiano, a centrocampo c’è il rientro di Botta dopo lo stop per infortunio. Ma la svolta non arriva, anzi.

15052065_10211003270939944_428482318_oAMARANTO GRAZIATI – Se la Reggina mantiene il proprio encefalogramma piatto, tradotto in termini calcistici con l’ostinata assenza di una singola trama di gioco superiore ai tre passaggi consecutivi, i lucani nella seconda metà del primo tempo alzano il livello della propria prestazione e nel giro di 15 minuti, tra il 22′ ed il 37′, minacciano il risultato di parità in ben quattro occasioni. Prima la mezzala Obeng si inserisce sorprendendo Possenti ma allarga il colpo di testa quel tanto che basta per graziare Sala, copione replicato appena dopo quando il pallone termina comodo tra le braccia dell’estremo difensore amaranto chiamato successivamente a due interventi di tutt’altro spessore su Defendi. Nel primo caso il calciatore lucano ribalta l’azione dopo un pallone perso in uscita da Oggiano, bravo l’ex Ternana a neutralizzare conclusione e rimbalzo irregolare. Super, il portiere della Reggina, quando sugli sviluppi di un calcio piazzato le marcature a uomo non funzionano e deve opporsi da campione alla zuccata a colpo sicuro di Defendi dal limite dell’area piccola.

Reggina non pervenuta, sul piano delle occasioni e su piano del gioco, attende come un pugile suonato il “gong” che segna il termine del round, che arriva nel duplice fischio che conduce le squadre all’intervallo graziando gli amaranto.

REAZIONE ILLUSORIA – La ripresa inizia con l’infortunio accorso a Maesano, se non altro tra i più volitivi tra gli uomini di Zeman, sostituito da Cane. Perchè Gragnaniello, portiere del Melfi, prenda coscienza della presenza in campo degli amaranto è necessario attendere il 54′ quando Oggiano è bravo a convergere da destra e liberare un mancino che lo impegna severamente, episodio che sembra rianimare la Reggina e Coralli che ricicla alla grande un pallone liberando Porcino davanti al portiere, seppure decentrato: c’è ancora Gragnagnello a dire di no. Pura illusione, perché la squadra dello Stretto affonda subito dopo.

15033770_10211003271059947_2100753944_nSPROFONDO AMARANTO – Nel giro di 10′, Melfi esulta tre volte e si ritrova in superiorità numerica. Le marcature, ancora una volta, non funzionano sugli sviluppi di un corner e Laenza può controllare in area e battere a rete con la complicità della deviazione di De Francesco. Il gol stappa la bottiglia dei lucani, e una Reggina ubriaca non resta più in piedi. De Bode e Cane si fanno irridere da Gammone che poi, da posizione impossibile, trova un destro che finisce sotto la traversa. Il raddoppio non basta al Melfi che sente l’odore del sangue e chiude il match quando Defendi palesa tutte le difficoltà atletiche di De Bode bruciandolo sullo scatto fino al fallo del centrale amaranto, in piena area: è rigore, trasformato da De Vena, e cartellino rosso per la squadra dello Stretto che – oltre alle sconfitte – da Caserta in poi colleziona anche espulsioni.

Zeman richiama Oggiano e Bangu per Cucinotti e Knudsen, cambi mirati a non dilatare ulteriormente una debacle che, sommata alle precedenti, apre uno squarcio nerissimo sul futuro. La Reggina conosce la quarta sconfitta consecutiva e affonda sul campo del Melfi ultimo in classifica. Non riesce a gonfiare la rete della difesa più battuta del campionato e concede ben 3 reti ad una squadra che ne aveva sommate appena 10 nelle precedenti 12 uscite, permettendo ai lucani di riassaporare un successo che mancava, addirittura, da agosto. La classifica fa paura, ne fa ancora di più ciò che questa squadra trasmette: smarrimento, povertà tecnica e atletica, buio.

Gianpiero Versace
Giornalista pubblicista, Direttore Editoriale di RnP. Già Resp. Comunicazione della Reggina, ha collaborato con Calabria Ora, Goal.com e Calcio 2000.

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