Dopo la lettera aperta pubblicata sul sito ufficiale arrivano le parole del presidente Foti alla Gazzetta del Sud attraverso le quali è possibile schiarire l’orizzonte amaranto. Non tanto riguardo l’eventuale risoluzione dei problemi che affliggono il club minacciandone la stessa sopravvivenza quanto nell’individuare quali siano le mosse che l’attuale proprietà sta provando a compiere per evitare – disperatamente a questo punto, bisogna dirlo – un fallimento che appare prossimo.
Intanto, la considerazione che il S.Agata, struttura che ha permesso alla Reggina di battere in anticipo la strada poi intrapresa dal calcio italiano, diventando linfa vitale per il club attraverso la formazione di talenti poi ceduti generando plusvalenze, non possa più essere l’antidoto alla crisi. “Il nostro centro sportivo – parole di Foti nell’intervista concessa al collega Zuccalà – per venticinque anni ha concesso la sopravvivenza a questa realtà . Oggi, invece, non ha più riscontri funzionali all’attività a causa del crollo del mercato calciatori. Da qui la ricerca di soluzioni alternative: vedi Juve, Milan, Roma e Udinese che hanno puntato sullo stadio di proprietà ”.
E’ stata la costruzione del nuovo impianto cittadino, dunque, il cuore degli incontri svolti da Foti in Australia. “Il progetto è piaciuto molto ai miei interlocutori – assicura il presidente – è il futuro del calcio a Reggio”.
Sulla sostanza della trattativa condotta, riportiamo integralmente quanto scritto da Gazzetta del Sud. “Foti attualmente detiene circa l’80% delle quote societarie. Gli investitori secondo lo stesso presidente avrebbero manifestato la volontà di rafforzare la Reggina con un piano programmatico triennale in qualità di soci di maggioranza assoluta, fissando inoltre la somma adatta per l’acquisto del relativo pacchetto”.
Questo, infine, il riassunto di Foti. “I tempi sono stretti, serve uno sforzo comune per varare un nuovo CdA entro il 30 giugno”. Organo che avrebbe il compito di eleggere un nuovo presidente. “La Reggina, se potenziata, uscirà dal tunnel. In caso contrario, rischia di chiudere”.
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