Avremmo voluto parlare solo di calcio giocato, raccontandovi una sfida storica del Sud-Italia, come quella tra Salernitana e Reggina. Ed invece, già da ieri ci siamo trovati a “rimbalzare” tra deferimenti, incentivi all’esodo, scadenze, contributi, bimestri, ricorsi, procure, tesi difensive e penalizzazioni. Termini che con la passione popolare e col calcio che tuti vorremmo vivere,  non c’entrano assolutamente nulla. Una realtà amara, durissima, che ti colpisce come un pugno dritto nello stomaco. Che rischia di compromettere le speranze di salvare il calcio professionistico a Reggio Calabria.
L’amarezza che stiamo provando oggi tuttavia,  non può e non deve offuscare il nostro modo di essere e di vivere l’universo Reggina. Non può e non deve farci dimenticare che la partita di domani, al di là del risultato sul campo, rinnoverà il rapporto fraterno tra due città , il cui legame indissolubile è racchiuso dentro lo scrigno di quel calcio che rimpiangiamo da molto tempo. Un calcio che forse non tornerà più, e che di sicuro ha lasciato il posto ad un pallido e tristissimo show business sempre più povero di contenuti ed emozioni.
Reggio e Salerno. Si sono abbracciate quasi 30 anni fa, nel lontano 1986, e da allora non si sono mai lasciate, formando insieme a Bari un triangolo forte come l’acciaio. Reggio e Salerno. Una sola storia tutta da raccontare, consapevoli che non basterebbero mille di questi articoli per descrivere appieno le giornate di festa vissute assieme, le “visite” reciproche e gli aneddoti che hanno accompagnato uno dei gemellaggi più importanti di sempre. Reggio e Salerno. Due popoli capaci di rialzarsi di fronte alle avversità , con la stessa forza avuta nei momenti più belli. Due tifoserie straripanti al di là dei numeri, uniche nel loro genere.
Reggio e Salerno. Grazie, perché domani pomeriggio ci ricorderete, anche solo per poche ore, cos’è stato il calcio che abbiamo amato e che cosa significa andare oltre le mode. Reggio e Salerno. La voglia di urlare ancora, a spasso nella storia…
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