Reggina-Aversa Normanna, 2 novembre 2014. Gli amaranto non vanno oltre l’1-1 contro la “cenerentola” del girone, ed i loro supporters, che fino a lì li avevano sempre sostenuti a dispetto di una classifica deficitaria, per la prima volta danno vita ad un’aperta contestazione. Al termine di quella domenica, l’ambiente capisce una volta per tutte che il ritorno in Lega Pro sarà contrassegnato da grandi sofferenze, e che salvarsi non sarà affatto facile. E’ il giorno in cui nella testa di Ciccio Cozza inizia a ronzare l’idea delle dimissioni, maturate soltanto due settimane dopo, al termine della sconfitta contro la Salernitana.
Un girone dopo, il vento è cambiato. Si, ma solo per gli avversari. I granata, il cui organico fino a dicembre era oggettivamente inadeguato, sono stati rivoltati come un calzino nel mercato invernale. Un’autentica rivoluzione, che ha dato ragione al Presidente Spezzaferri. Quattro vittorie consecutive, tredici punti nelle ultime cinque partite: una media da capogiro quella recentemente messa in mostra dall’Aversa, tornata prepotentemente in corsa per la salvezza. La riscossa campana, è coincisa con il nuovo crollo della Reggina. Anche gli amaranto a gennaio hanno cambiato molto, e fino ad un mese fa sembravano essere riusciti ad invertire la rotta, salvo poi imboccare la pericolosissima strada verso un altro tunnel.
Domani pomeriggio, allo stadio Augusto Bisceglia, la compagine dello Stretto va “all in”. Il Presidente Foti, affiancato dai calciatori più rappresentativi della squadra, si è detto convinto che stavolta arriverà un risultato importante. Una certezza che, a detta del massimo dirigente, nasce dal “patto tra uomini” nato nello spogliatoio del Granillo, subito dopo la mortificante prestazione con la Vigor, che ha dato vita al quarto ko consecutivo. Serve l’impennata d’orgoglio, che vada contro la logica e contro i numeri. Già , i numeri. Quelli dicono che la Reggina non vince in trasferta da oltre 6 mesi (6 settembre, 1-2 in casa della Paganese) e che fuori dal Granillo è riuscita a mantenere inviolata la propria porta solamente a Caserta. Solo il Messina ha preso più gol degli amaranto, che hanno il peggior attacco del girone e fino ad oggi sono la squadra più battuta di tutte.
Tornare a sperare, o scivolare giù nel baratro. Di certo, bisognerà giocarsela provando a resettare tutto. Come ci hanno insegnato tante volte le altre squadre di questo girone, ovvero con lo spirito di una “piccola”, con l’ardore di chi ancora crede in qualcosa. Domani, come non mai, determinati valori vengono prima dei concetti tecnici e tattici. Cuore e rabbia, per cancellare la parola tramonto e provare a guardare l’alba di un nuovo giorno.
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