Non era necessario il cappotto nel derby per realizzare l’evidenza di un dato oggettivo. La disfatta ne ha solo aumentato il clamore, l’urgenza. La Reggina, così com’è, va dritta in Serie D.
D’accordo, l’orgoglio. Ok, la propensione al sacrificio. Va bene, passi anche il talento di alcuni elementi dell’organico sicuramente futuribili. Ma oggi, 26 gennaio 2015, a sette giorni dalla chiusura della finestra invernale del mercato, la Reggina non è in grado di raggiungere l’obiettivo.
BAGARRE SALVEZZA – E’ bene precisarlo: anche con un intervento sostanzioso, centrare il mantenimento della categoria varrebbe ugualmente un’impresa. La classifica è una sentenza. Con gli amaranto a 13 punti dalla salvezza diretta (con numerose situazioni pendenti in riferimento alle varie penalizzazioni che potrebbero ridurre, ma anche ampliare il divario) serve una rincorsa memorabile.
Più accessibile la prospettiva playout. Attenzione alla formula: accederanno agli spareggi le squadre tra il penultimo ed il quintultimo posto, ma le ultime due avranno uno svantaggio. Dovranno, infatti, totalizzare una vittoria ed un pari nei playout (gare di andata e ritorno) o una vittoria con uno scarto maggiore rispetto all’eventuale sconfitta. A parità di risultati e gol fatti otterrà la salvezza la squadra meglio classificata al termine della regular season.
Scavalcare la sola Aversa Normanna, obiettivo spesso vociferato, darebbe alla Reggina soltanto il vantaggio di evitare l’immediato declassamento in D ma la porrebbe, comunque, in una situazione particolarmente complicata. Per poter disputare uno spareggio con i favori del pronostico (ed avendo a disposizione due risultati su tre) gli amaranto dovrebbero riuscire a mettersi alle spalle almeno tre squadre entro fine campionato.
Una maratona, dunque, più che una rincorsa. Impossibile anche solo da provare se in questi sette giorni non arriveranno elementi veramente utili alla causa.
IMPRESCINDIBILI – Senza due attaccanti, innanzitutto, non resterà altro che sperare nei miracoli. La Reggina è leggera, inconcludente, molle davanti. Ha la peggiore differenza reti e di gran lunga il peggiore attacco: 13 reti fatte in 22 partite sono un urlo che squarcia l’immobilismo societario. Senza gol, non si vincono le partite. Ed è, bisogna aggiungerlo, un delitto aver già fatto passare 24 giorni di mercato (e quattro partite giocate) senza aver iniziato a porre rimedio in quel settore del campo. A.A.A. si cercano centravanti ed attaccante esterno.
Detto dell’attacco, è palese un’altra, assoluta mancanza nella rosa. Urge l’arrivo di un difensore, nella fattispecie innanzitutto un terzino sinistro capace di sostituire Karagounis qualora il greco accusi un semplice raffreddore o magari rilevarlo in pianta stabile considerate le ultime, terrificanti prestazioni.
OBIETTIVI – La campagna di rafforzamento, però, non potrebbe (e non dovrebbe) fermarsi qui. A dar il cambio a Gaetano Ungaro ci pensa, all’occorrenza, Di Lorenzo ma l’apporto tra i due centrali di quello che ad oggi è giusto considerare il miglior difensore della Reggina, pare imprescindibile. Sarebbe corretto, dunque, offrire ad Alberti un altro ricambio sulla corsia difensiva di destra.
Il centrocampo, al netto dei fuori rosa, appare povero. Al momento conta Mazzone, Condemi, Maimone, Armellino, Salandria e Gallozzi. Numericamente il reparto è adeguato. Sicuri, però, che il tasso tecnico-tattico-qualitativo sia all’altezza di un girone di ritorno durante il quale la Reggina dovrà far la voce grossa per rosicchiare terreno alle antagoniste per la salvezza?
Sette giorni, poi si tireranno le somme. Allo stato attuale, per conoscere le proprie prospettive, la Reggina non avrà bisogno di nessun contabile: il risultato è già scritto. Porre rimedio, grazie.
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