Mettici l’emergenza assoluta di questa “Reggina 2015”, ma mettici pure il coraggio di un tecnico, Roberto Alberti che ti azzecca le mosse giuste.
Così, nell’undici “tutto cuore e palle” della Reggina a Caserta ti ritrovi un Insigne in tribuna (prossimo il suo addio), un Alessio Viola in panchina ed un Salvatore Lancia, classe 1997 tra i titolari.
E’ una scelta che lascia perplessi sia all’inizio che, a tratti, durante il match ma che al 95’ si rivela assolutamente vincente perché gioco, intensità e soprattutto il risultato premiano il tecnico e il suo “azzardo obbligato”.
Così come Simone Masini, destinato dalle previsioni alla panchina, ci mette cuore, gamba e coraggio in una partita che lo vede impegnato, praticamente per tutta la durata, sull’out di destra. A contenere più che ad offendere, a sudare, a lottare per il compagno, con ottimi riscontri.
Soffrono e sudano, appunto, tutti gli amaranto, anche chi entra dalla panchina a dare manforte e far sentire il fiato sul collo ai casertani, troppo presto convinti di aver già vinto la gara, troppo rilassati dopo la frettolosa espulsione di Mazzone.
Ma quando il colpo di testa di Murolo finisce di un soffio sul fondo capisci che Alberti e la sua banda di “ragazzini” innamorati dell’amaranto, usciranno da “trionfatori”. Perché lo zero a zero varrà sempre un punto in termini di classifica, ma in chiave morale ne vale 100!
Commenti