E’ un simbolo. Una rappresentatività salda tra lo sport e la città, tra la Calabria e il mondo delle società sportive. Il presidente regionale del Coni Mimmo Praticò è un uomo d sport: l’uomo di sport per eccellenza, senza dubbio, nel panorama reggino. Con lui il Coni, dopo anni di scollatura, è tornato ad essere presente, vivo, vicino ai bisogni degli appassionati, dei diretti interessati e dei protagonisti. Oggi Praticò, in esclusiva a Reggionelpallone.it, traccia un bilancio dell’attività del Coni ma soprattutto parla di calcio reggino.
La maggiore realtà calcistica cittadina, la Reggina, è in crisi. Come valuta queste ultime stagioni?
“Chiaramente la Reggina vive un momento difficile, molto difficile. Gli errori commessi negli ultimi anni sono dovuti principalmente, a mio avviso, ad un modo di pensare che purtroppo, ha smarrito per strada la giusta umiltà. Fermo restando che io parlo dall’esterno e magari posso non conoscere alcune cose, mi è sembrato come se la società si fosse “assuefatta” a certi campionati e questo ci ha penalizzato. La conseguenza? La discesa ripida dalla A alla parte bassa della B, ad un passo e mezzo dalla Lega Pro. E’ mancata l’umiltà e ci troviamo oggi, a tre giornate dalla fine, a lottare per non retrocedere. Sono certo che questa squadra si salverà ma dopo ritengo che la società debba rivedere il suo modo di operare pensando magari ad allargare la compagine societaria. Non si può pensare che in provincia di Reggio Calabria non ci sia gente pronta ad entrare in società: certo se si chiede la luna è difficile trovare imprenditori interessati così come se si chiudono le porte nessuno verrà a bussare. Vorrei precisare che la mia non è una critica a quanto di buono è stato fatto fino adesso, ma aprirsi a nuova gente, cambiare modo di agire, può servire per portare linfa nuova e rinnovati stimoli che siano da contributo alla società per tornare ai tempi prestigiosi di qualche anno fa, altrimenti qui rischiamo di non risalire più la china.
Magari anche con qualche investimento ulteriore?
“Certo che per forza bisogna investire. Prima i lavorava con i contributi che un campionato di serie A può portarti oggi si dovrebbe, ed uso il condizionale volutamente, investire anche direttamente così come si faceva Una necessariamente in passato. Io non pretendo che anche il prossimo anno si punti direttamente alla promozione, però credo che Reggio meriti una squadra che possa lottare fino all’ultimo per le zone alte con la giusta dignità”.
Forse una nota positiva in questa nera stagione può essere rappresentata dai numerosi calciatori reggini nella pianta organica dei titolari?
“Questo dimostra come nella nostra regione e nella nostra provincia ci sia tanta qualità: per noi la presenza di calciatori della città di Reggio deve essere motivo di orgoglio e fiore all’occhiello per la città. Ribadisco però anche che, come dimostra la storia di Missiroli e Barillà, è importante far maturare i giovani nei campionati minori e non subito nelle massime categorie. Mandarli fuori, a farsi le ossa a maturare esperienza, è un passaggio indispensabile per il loro futuro”.
Presidente quanto è difficile fare calcio dilettantistico nella nostra terra.
“Purtroppo i problemi che affliggono le società dilettantistiche sono annosi. Bisogna però, anche in questo caso, cambiare mentalità e puntare molto e di più sui giovani. Alcune società quando puntano sul settore giovanile lo fanno per vincere tutti i titoli possibile mentre invece l’obiettivo deve essere completamente diverso. Bisogna pensare al settore giovanile come un serbatoio per la prima squadra, dove i giovani ragazzi cresciuti nel vivaio devono trovare spazio con continuità ed avere la possibilità, dopo anni di trafila, lavoro e sacrificio, di giocare con costanza e dimostrare le proprie qualità. Colgo l’occasione poi per lanciare u ulteriore appello, anzi due. Il primo è che possa finire questa “guerra” tra società della stessa città perché non è quello lo spirito sportivo. Così come non si possono tollerare quelle gare di fine stagione che, per una ragione o l’altra vengono spesso giocate senza mordente o agonismo da alcune squadre. Nemmeno alla fine dell’anno si regalano le partite, così come non le si regalano in allenamento. Ciò che mi demoralizza è che purtroppo nulla si fa per correggere questo modo di essere scorretto. Nel calcio ci sono molti furbastri che non aiutano lo sport e non aiutano i giovani a crescere. Bando ai furbastri: aiutiamo chi lavora veramente nell’interesse dei giovani e dello sport”.
Presidente qualche settimana fa le sono state consegnate le chiavi della “cittadella dello sport”. E’ un suo successo, lungamente inseguito, per Reggio si apre una nuova era?
“Già da cinque anni si parlava di realizzare la scuola regionale dello sporti in Calabria. Purtroppo però vi era la difficoltà di reperire spazi ad hoc perché non è facile avere strutture da sistemare e mettere a norma. Finalmente un paio di anni fa l’ex sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti ha trovato questa importante struttura a Gallina e oggi, dopo due anni, ci sono state consegnate le chiavi della scuola. Adesso viene la seconda fase: bisogna ristrutturare almeno una parte affinchè, il prima possibile la scuola regionale possa operare a pieno. Ma ci tengo a precisare che la Scuola è già in moto, sta realizzando dei corsi, non ultimo quello che verrà svolto in questo weekend e sta puntando a realizzare corsi rivolti alla terza età. Anche se non è pronta a livello strutturale stiamo operando perché non possiamo più aspettare abbiamo presentato a Roma già 15 progetti da approvare e concretizzare”.
Presidente resta però un cronico problema che è quello che tocca le strutture sportive?
“Nel 1998 da assessore allo sport avevo preparato un paino oer avere in ogni circoscrizione cittadina il impianto sportivo. Diciamo che negli anni si è fatto tanto e quasi tutti i quartieri hanno un proprio struttura dove giocare- Bisogna soddisfare le necessità sportiva. Prima soluzione realizzare impianti dove non mic sono e siano utilizzabili da discipline che non hanno impianti 45 disclipine da accontentare giustamente Consideriamo nuova proposta non in tempi mediati. Tutti gli spazi dietro al scuola regionale dello sport realizzare impianti di base che servono ai giovani per svlgere le attività sportive. Almeno 15 discipline sportive. Un punto di aggregazione forte anche e soprattutto per chi non fa attività agonistica”
Vincenzo Ielacqua
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