Un altro “tuffo al cuore”, un altro “ex d’autore” destinato a rimanere scolpito per sempre nella memoria del popolo amaranto.Tra le testate alle quali si è concesso in vista di Brescia-Reggina, Davide Possanzini è stato ospite di Reggionelpallone.it
Tra il Brescia e la sua rincorsa alla Serie A, la Reggina. Come arrivate a questa sfida?
Carichi, motivati, con grande entusiasmo. E’ una partita che stiamo preparando con la massima attenzione: sappiamo quello che ci giochiamo ed i sacrifici fatti per arrivare fin qui.
Un girone fa, Reggina-Brescia 4-0 e conseguente sorpasso. Sembrava l’inizio d’una cavalacata:s’è rivelata, per gli amaranto, una beffarda illusione. Se al fischio finale t’avessero detto che nella partita di ritorno vi sareste presentati a pari merito con la seconda in classifica e tredici punti più su della Reggina, c’avresti creduto?
Sinceramente? No! Avevamo perso, la classifica piangeva, non riuscivamo ad aver continuità nei risultati ed avevamo subito la contestazione dei nostri tifosi: era impossibile ipotizzare qualcosa di simile e questo deve farci capire, una volta di più, quanto sia speciale quello che siamo riusciti a realizzare. Fermo restando che, ancora, non abbiamo fatto nulla.
Su cosa avete fatto affidamento per realizzare una rimonta simile?
Ci siamo guardati negli occhi e con l’arrivo di Iachini abbiamo fatto fronte comune ed iniziato a remare tutti in un’unica direzione. Con il sacrificio ed il confronto delle nostre idee siamo arrivati a poterci giocare qualcosa di molto importante che, evidentemente, siamo risuciti a meritarci.
Qualità che sono mancate alla Reggina visto che, partendo da una situazione più o meno analoga con un inizio di stagione decisamente burrascoso, non è riuscita a rialzarsi del tutto…
A dir il vero credo che quanto è successo alla Reggina sia impossibile da riassumere in una spiegazione concreta, specie da esterno quale sono. Dopo una retrocessione non è mai facile ripartire per la squadra così come per la città: entrano in gioco tantissime variabili, quel che ho imparato è che, in questi casi, quando un’annata inizia male bisogna esser bravi a limitare i danni.
Nell’ultimo periodo sembrerebbe che la Reggina stia riuscendo a farlo, sebbene sia ancora impelagata nella bagarre salvezza. Come vedi questo finale di stagione per Lanzaro e compagni?
Adesso riconosco la Reggina. Una squadra forte, temibile, fatta di grandi nomi ed ottimi giocatori. Li rispettiamo molto e non commetteremo l’errore di farci ingannare dalla classifica nell’approccio alla gara. Io mi auguro di vero cuore che la Reggina possa salvarsi con estrema tranquillità facendo, da dopodomani (ride, ndr) bottino pieno in ogni appuntamento.
Al 76′ della gara d’andata Iachini inserisce Kozak e richiama Possanzini. Il Granillo, in piedi, si scioglie in una vera e propria ovazione. Raccontaci quel momento.
Potrei racchiudere tutto dicendoti che anche ora, mentre me ne parli, ho la pelle d’oca. Rimango senza parole adesso nel rivivere quell’istante così come allora quando quella dimostrazione d’affetto, favolosa nonostante i tanti anni passati, m’ha profondamente commosso. Come spesso capita quando l’emotività è molto sollecitata è pressoché impossibile descrivere con efficacia quello che si prova, potessi tirare fuori quello che sento sarebbe tutto più semplice.
E’ quella di Reggio, complici la giovane età, la simbiosi con il pubblico, i traguardi raggiunti e la bontà delle tue prestazioni, l’esperienza alla quale sei più legato a livello affettivo?
Assolutamente sì. Reggio è la tappa più importante della mia carriera e della mia vita. Quello che ho provato indossando quella maglia, vivendo quell’atmosfera irripetibile ha tracciato un solco dentro di me. Era impossibile sentire la fatica perchè quando entravamo in campo sapevamo che su quel terreno di gioco, insieme a noi, scendeva idealmente tutta la città di Reggio se non addirittura tutta la regione. C’era qualcosa di magico, come in un incantesimo…
E se sabato dovessi far gol? Esulteresti?
Sono del parere, pur rispettando chi la pensa diversamente da me, che il rispetto non si dimostri soffocando la gioia per quello che, per un calciatore, è il momento più bello: il gol. Il mio affetto, il mio legame incondizionato alla Reggina lo dimostro in tutt’altro modo e lo vivo ogni giorno. Non so immaginarmi quel momento ma penso che non esultando peraltro mancherei di rispetto ai miei tifosi che, giustamente, gioierebbero per una rete in una gara tanto importante. Sarebbe comunque un’esultanza contenuta, nonostante l’importanza della posta in palio.
Gianpiero Versace
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