Sei anni alla Reggina difficili da dimenticare per Emiliano Bonazzoli, che in maglia amaranto ha totalizzato ben 171 presenze. Le reti messe a segno sono state 42, ma una in particolare, il gol nello spareggio salvezza a Bergamo, è rimasta impressa nella mente di tutti i tifosi reggini. Oggi l’ex attaccante mantovano è in cerca di una squadra da allenare dopo l’esperienza alla guida della squadra femminile del Chievo Verona, della quale non è più il tecnico da gennaio, poco prima che anche in Italia scoppiasse la pandemia Coronavirus.
Oggi l’ex attaccante amaranto si trova nell’isola privata di Albarelli (in provincia di Rovigo) ed ai microfoni de Il Posticipo ha parlato della sua attuale situazione, dando poi uno sguardo in casa Reggina.
Lui e la famiglia – ”Fino a un mese e mezzo fa vivevo a Milano – ha detto Bonazzoli – Poco prima che ci fosse il lockdown, io, mia moglie e mio figlio abbiamo deciso di trasferirci nell’isola privata di Albarella in provincia di Rovigo: io sono disoccupato, mia moglie lavora nell’Università che al momento è chiusa e mio figlio non può andare a scuola. Abbiamo scelto di venire qui finché la situazione non migliora: vedremo se prolungare o meno queste ferie forzate. Qui può entrare solo chi è residente oppure chi ha domicilio: ci sono 3-4 famiglie su 2000-3000 case, siamo immersi nella natura e non c’è il pericolo di incontrare gente o fermarsi a parlare.
Il padre affetto da Covid-19 – ”Purtroppo da una settimana il mio papà ha preso il coronavirus: adesso è ricoverato all’ospedale di Mantova, non è intubato, ma fa fatica a respirare perché ha avuto una polmonite. I sintomi erano quelli: lui ha quasi 70 anni ed è molto ansioso. I dottori però mi hanno detto che sta abbastanza bene. Io sento mia mamma che adesso è in quarantena. Mi dispiace che in questo momento siano divisi. Sono in contatto coi medici, per fortuna sento spesso il mio papà .
E su Reggio e la Reggina… – ”A Reggio ho passato sei anni: due e mezzo in Serie A, tre e mezzo in B. È stata la città che mi ha trasmesso più calore. Tra alti e bassi, i tifosi reggini mi sono sempre stati vicini e mi hanno dato una mano. Posso solo parlare bene della gente di Reggio. Ancora oggi qualcuno di loro mi chiama e mi fa sempre molto piacere, significa che anche io gli ho trasmesso qualcosa. Quest’anno la Reggina stava facendo una bellissima stagione, speravo che potessero conquistare la promozione. Secondo me Reggio merita altri palcoscenici, la Serie A o almeno la B.
”Un sogno? Vorrei allenare la Reggina: mi piacerebbe tornare a Reggio cominciando magari dalle giovanili”.
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