Subentrando a Gustinetti a sei giornate dalla fine nella stagione 98/99, Bruno Bolchi è riuscito a centrare quella serie A che nove anni prima, sempre a Reggio Calabria, aveva soltanto sfiorato. L’ex tecnico, che domani spegnerà le 80 candeline, è stato intervistato dal collega Natalino Licordari per l’odierna edizione de La Gazzetta del Sud.
IL RITORNO NEL 1999-Mi contattò Franco Iacopino dicendomi che il Presidente aveva intenzione di cambiare. Sinceramente fui sorpreso, ma accettai di tornare. Differenza tra calcio di ieri e calcio di oggi? Il calcio è cambiato. Credo che sessanta squadre in terza serie siano un po’ troppe.
REGGINA AVANTI-I sei punti di distacco sul Bari? Dipende, possono essere tanti, ma anche pochi. La Reggina non deve mollare cercando di vincere più partite possibili. Rispetto all’andata, il girone di ritorno è sempre più complicato. Bari è una grande città , Reggio è più a misura d’uomo, ma la passione dei tifosi è identica. Terni è una piccola realtà e non c’è il calore che ho riscontrato al sud.
DALLA PANCHINA ALLA FAMIGLIA-Seguo il calcio in televisione, ma da quando ho smesso di allenare non ho visto più una partita dal vivo. Mia moglie, con la quale sono sposato da 54 anni, non è mai entrata in uno stadio. Come festeggerò i miei 80 anni? In famiglia. Ritengo che ottanta primavere siano un punto di partenza e non di arrivo.
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