Un cielo nero, quasi a voler rispecchiare il dolore e la rabbia delle tantissime persone che gremiscono Piazza Duomo. Un silenzio assoluto, quasi surreale, che profuma di rispetto intenso e fa più rumore di mille boati. Reggio Calabria si prepara a salutare Antonio Candido, l’eroe reggino che insieme ad altri due colleghi dei Vigili del Fuoco ha perso la vita in provincia di Alessandria. Chi non ha trovato posto nella Cattedrale gremita, si è sistemato all’esterno.
Nino ha dovuto lasciare la moglie Elena, la famiglia, gli amici. I sogni di un ragazzo di appena 32 anni, sono stati spazzati via, ma il ricordo è vivo come un cuore che batte. Nino se n’è andato rendendo onore e gloria al suo lavoro, magnificando il concetto di senso del dovere. Se n’è andato perché voleva portare aiuto in una situazione di estrema delicatezza, proprio come fanno migliaia di suoi colleghi in ogni maledetto giorno, in ogni maledetta notte. Ma da oggi, sappiamo che Nino se n’è andato anche per colpa della follia di chi ha messo in piedi un disegno meschino ed orribile. Ed è per questo che nel pomeriggio reggino, la rabbia si nasconde tra le lacrime, mescolandosi al dolore.
La bara che porta Antonio Candido esce dalla Cattedrale. Una bara circondata dall’amore delle divise dei Vigili del Fuoco, sulla quale campeggiano un grande tricolore ed una sciarpa della Reggina, la sua squadra del cuore. Adesso non c’è più silenzio, adesso c’è spazio per gli applausi scroscianti e per i boati. Ad aspettare Antonio Candido ci sono anche i ragazzi della Curva Sud, raccolti dietro ad uno striscione: “CIAO NINO, VIVRAI PER SEMPRE NEI NOSTRI CUORI”. Si accende un fumogeno amaranto, e proprio come successo mercoledì sera al Granillo, si alza forte il coro “Il pompiere paura non ne ha!”. Un vigile del fuoco si avvicina alla fila occupata dagli Ultras, ed alza verso di loro una grande foto di Nino.
Chissà quanto sarà stato costretto a correre veloce Nino, tra pericoli costanti, voglia di aiutare il prossimo e valori. Ma adesso esce piano piano. Lo portano tra la gente, quella gente che ha voluto stargli accanto fino all’ultimo. Per dirgli semplicemente GRAZIE.
No, non doveva andare così. No, non doveva finire così. CIAO NINO, GRAZIE INFINITE. CIAO NINO, PERDONA QUESTO MONDO MISERABILE, TU CHE HAI PERSO QUESTA VITA PER LASCIARE AMORE, ESEMPIO ED INSEGNAMENTO.
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