Sono giorni di attesa e di transizione per il Locri, che dopo le dimissioni della presidentessa Antonella Modafferi, è stato affidato al Comune. Sul futuro del club al momento incombe un grande punto interrogativo, anche se c’è la speranza che una soluzione per iscrivere la squadra si possa trovare e la strada del ripescaggio in Serie D divenga percorribile.
Ai microfoni di RNP la Modafferi ha raccontato le sue sensazioni, scaturite in particolare dopo l’assemblea di alcuni giorni durante la quale ha annunciato le dimissioni: “Sono amareggiata per l’esito della riunione, indetta per trovare delle soluzioni per il bene comune e diventata invece occasione per parlare degli interessi degli ex dirigenti. Purtroppo il mio percorso da presidente finisce qui, resterò comunque la prima tifosa del Locri come lo ero anche prima di avere questo incarico; molti diventano tifosi dopo essere diventati presidenti, nel mio caso è stato il contrario. Non mi dispiaceva lottare quando sentivo che la gente mi supportava, ma adesso non è più così”.
Tre anni alla guida del club, con il merito tutt’altro che banale di aver riportato Locri in Serie D, campionato assaporato per una sola stagione. Una stagione da sogno nonostante tutto, ma come la stessa Modafferi ha confermato, a pesare sull’esito finale anche la poca esperienza del gruppo societario: “Quando tre anni fa divenni presidente, mi si chiese di riportare Locri in Serie D, il mio compito era quello, e ci sono riuscita; diverse persone mi garantirono il loro supporto in caso di approdo in D, mi dissero di stare tranquilla, ed invece un anno fa nessuno è intervenuto. Il mio errore lo scorso anno è stato quello di iscrivere la squadra; avevo svolto il mio compito e mi ero dimessa, ed invece sono stata costretta a tornare sui miei passi e sbrigare tutto in fretta, riuscendo a completare tutta l’iter a pochi minuti dalla scadenza del termine. Sono stata testarda, ho iscritto la squadra, l’ho fatto soprattutto per i tifosi che si meritavano di rivedere la Serie D dopo oltre vent’anni. Sono contenta di aver vissuto quest’annata confrontandomi con realtà importanti e professionistiche, ben strutturate in campo e fuori; mi ha fatto piacere andare a giocare a Bari. Noi rispetto a quasi tutte le altre squadre di D non eravamo ben strutturati e ciò alla lunga lo abbiamo pagato, a livello di entourage non eravamo al loro livello, siamo rimasti in pochi nella dirigenza ad occuparci di tutto quanto; hanno pesato molto il fatto di essere pochi e inesperti della categoria, la voglia di far bene e la forza di volontà purtroppo non bastano. A chi subentrerà alla guida del Locri suggerisco di partire dalla creazione di una struttura societaria importante, poi nulla sarà impossibile, lo abbiamo dimostrato, in Serie D si può stare”.
La domanda a questo punto sulla bocca di tutti è proprio questa: che ne sarà del Locri? Chi prenderà le redini della società amaranto? Con la ormai ex presidente Modafferi si è parlato anche di questo: “Ho avuto alcuni contatti con l’ex dirigente, l’avvocato Mollica, il quale aveva dimostrato interesse, anche se non ci siamo trovati tra domanda e offerta; penso che adesso che il club è in mano al Comune, lui possa essere il candidato principale per l’acquisizione, è una persona per bene e un grande tifoso del Locri, oltre ad avere una grande esperienza e a sapere come muoversi tra burocrazia e amministrazione
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