Gol e lampi di classe con la maglia del Bocale, di cui è stato capitano e bandiera. Dopo aver appeso le scarpe al chiodo, Cosimo Saviano ha deciso di cimentarsi nell’avventura di allenatore. I primi “assaggi” nelle giovanili biancorosse, poi l’arrivo ad Archi, per l’esordio sulla panchina di una prima squadra: un’esperienza conclusasi con le dimissioni, ma l’ex attaccante cerca di prenderne gli aspetti positivi.
Bilanci e propositi futuri, ai microfoni di RNP.
QUALCOSA SI E’ ROTTO…C’è rammarico per quello che poteva essere e non è stato. Eravamo partiti benissimo, ottenendo da neopromossa due pareggi e due vittorie nelle prime quattro giornate, e battendo una squadra importante come il Gioiosa. Poi qualcosa si è rotto. Il progetto prospettato in estate non si è mai sviluppato, per tutta una serie di problematiche che alla fine hanno pesato. Il Presidente ha avuto pochissimo aiuto e la squadra non poteva contare sul proprio campo, queste sono cose che alla fine fanno la differenza in negativo.
DOPPIE DIMISSIONI-La prima volta mi sono dimesso perché non vedevo riscontri verso il mio lavoro, ma poi sono tornato sui miei passi sia perché la società aveva capito le proprie mancanze, sia per rispetto verso un gruppo di calciatori, la maggior parte dei quali erano stati scelti e portati ad Archi dal sottoscritto. Ma quando un giocattolo si rompe, è difficile aggiustarlo: così sono arrivate le seconde dimissioni, stavolta irrevocabili, dovute alla mancanza di risultati.
SOLO CHIACCHIERATE…Dall’esperienza trascorsa cercherò di trarre insegnamento, mi ha fatto crescere e migliorare. Sono proprio queste le esperienze che ti fortificano, anche da calciatore gli stimoli più grandi li traevo dalle sconfitte prima ancora che dalle vittorie. Per il futuro è ancora presto, c’è stato qualche discorso con alcune società ma al momento si può parlare di semplici chiacchierate e non certo di trattative. Tornare ad allenare una squadra giovanile? Questo potrei prenderlo in considerazione solo se la proposta arrivasse da un club professionistico, ma nei dilettanti voglio continuare a guidare una prima squadra.
UN SOGNO NEL CUORE...Sono stato una bandiera del Bocale per dieci anni, quei colori continuo ad amarli e con la dirigenza c’è un legame che va ben oltre il campo da calcio, visto che Filippo Cogliandro è mio cognato. Conosco ogni centimetro di quel campo, ogni particolare di quell’ambiente, quindi sarei un ipocrita se ti dicessi che non sogno di sedermi un giorno sulla panchina del Bocale. Per ora è solo un sogno, in futuro chissà …
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