Per Palmi e la Palmese l’ultima domenica è stata un’autentica festa di sport, grazie anche alla presenza dei coloratissimi e rumorosi sostenitori del Bari, giunti dalla Puglia per sostenere i loro beniamini.
Erano circa mezzo migliaio i baresi che hanno riempito prima le strade della cittadina della Costa Viola, poi gli spalti del “Lopresti”, per assistere ad un match di straordinaria intensità giocato tra due squadre che sfruttano armi differenti per colpire gli avversari. Il Bari ovviamente può contare sulla qualità e l’esperienza dei suoi calciatori di altra categoria, di contro la Palmese ha risposto invece a modo suo: corsa, aggressività , organizzazione tattica, difesa attenta e un attacco imprevedibile.
Lo 0-0 finale premia certamente la squadra di Franceschini, desiderosa di riscattare la sconfitta dell’andata giunta quasi al 90′. Stavolta la sfida si è evoluta in maniera differente, la Palmese attendista del “San Nicola” ha mostrato artigli e zanne e per il portiere della capolista Marfella è stata una giornata più complicata del previsto, soprattutto nella mezz’ora finale, dopo l’espulsione di Quagliata per l’intervento scomposto, sconsiderato e pericoloso nei confronti di Lavilla, costretto ad abbandonare il campo con sul viso i segni dei tacchetti dell’avversario.
In superiorità numerica la Palmese non riesce a trovare il guizzo vincente nonostante i vari tentativi di Ouattara e Bonadio su tutti, fermata da quella che si conferma la miglior difesa del torneo, con i neroverdi al secondo posto in questa speciale classifica. Nel finale il Bari resta in nove per le proteste eccessive di Simeri, ma il risultato ad occhiali regge fino alla fine.
Ottenere la vittoria contro la capolista sarebbe stata la ciliegina sulla torta di una giornata di sport che entra di diritto a far parte della storia di Palmi e della Palmese, con due tifoserie a dare spettacolo sugli spalti e due grandi squadre a battagliare in campo. Il Bari è sempre più vicino alla Serie C, mentre la Palmese, a +7 sulla zona playout, vede stagliarsi all’orizzonte la salvezza.
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