Ci pensa Conson a battere le paure e la Paganese.
Si rialza nella ripresa la Reggina, dopo metà gara impalpabile, e grazie ad un destro sotto porta del capitano conquista tre punti importanti contro una Paganese in evidente difficoltà di gioco e di sostanza.
Gli amaranto sfondano nel finale, ma faticano, anche troppo, per superare la compagine campana, pagando anche le scelte più che discutibili di Cevoli, apparso in confusione almeno nelle decisioni di inizio gare.
I dubbi dell’inizio
In avvio, infatti, il tecnico si affida al 4-2-3-1 per invertire la rotta della sua Reggina dopo la sconfitta di Rende e le prestazioni altalenanti delle ultime uscite.
Fuori Salandria per problemi fisici, Petermann affianca Zibert sulla mediana, mentre le novità più importanti sono sul fronte offensivo con Viola alla prima da titolare ad agire come attaccante centrale, Tassi, Sandomenico e Marino a sostegno.
Cerca di fare la partita la squadra di casa ma con poca convinzione, Sandomenico che ci prova timidamente dal limite, ma nonostante i campani palesino evidenti difficoltà a costruire gioco, la Reggina non si rende mai pericolosa dalle parti di Galli. E invece Licastro a respingere un pericolosissimo tentativo di testa di Parigi, deviando in angolo la prima vera occasione del match targata Paganese.
Troppo timida e confusa la formazione amaranto, fisicamente imballata e tatticamente penalizzata da scelta dubbie del tecnico che decide di schierare Tassi, reduce dalla doppietta di Rende, più da terzino che da trequartista offensivo. Cevoli se ne accorge solo a fine della prima frazione, trasformando lo schieramento in un 4-3-3 puro con Marino a destra e Sandomenico -Tassi- Viola a formare il tridente. Ma il primo tempo si spegne senza emozioni, la Reggina produce zero.
L’avvio di ripresa è la fotocopia d’inizio gara: tra la noia e l’apatia generale, Sandomenico prova la giocata ma si perde nei sui dribbling, Petermann, macchinoso fino allo stremo, riesce a sbagliare quasi tutti gli appoggi, Viola e Tassi restano involontari spettatori di una partita adatta più al dilettantismo. Il destro, alto, di Zibert, è l’unico tentativo prodotto dagli amaranto fino a quel momento: la plastica dimostrazione di una compagine incapace di generare idee o schemi validi.
La svolta
Le mosse in corsa di Cevoli certificano il fallimento di quelle iniziali e stravolgono il volto della Reggina, che inizia a macinare gioco ed occasioni:  Emmausso e Tulissi sostituiscono Tassi e Viola,  poi Franchini subentra a Petermann. Gli amaranto aumentano i giri, allargano il fronte offensivo cercando di aprire la difesa campana. E le occasioni arrivano a ripetizione: prima Galli è miracoloso sul colpo di testa di Conson, poi lo stesso portiere devia sul palo un “jolly” di Roberto Marino dai trenta metri. Ma è l’anticamera del vantaggio. Dal corner un rimpallo favorisce il capitano Conson che scarica in rete con rabbia e precisione portando in vantaggio i suoi. Un gol frutto del caso, ma anche di uno stravolgimento totale dello schieramento e della tattica degli amaranto, chiusi nella prima parte di gara, da una Paganese capace di reggere per vie centrali senza mai proporsi in fase offensiva. Il gol galvanizza la Reggina che, seppur senza creare altre palle gol, difende il vantaggio rischiando solo nel finale per la troppo enfasi su una ripartenza campana favorita dall’incapacità degli amaranto nel tenere il palleggio.
Arrivano i tre punti per gli amaranto al ritorno nel proprio stadio, ma è questa l’unica vera bella notizia perchè il gioco è ancora un miraggio, la condizione fisica non rassicura, la confusione tattica è una spia da tenere sotto controllo. Per tutto il resto c’è Conson.
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